VOLCANO ROCK FESTIVAL – Il live report

VOLCANO ROCK FESTIVAL
21/07/2016, SEA LEGEND, POZZUOLI (NA)
DGM + HANGARVAIN + KALEDON
di Nicola Vitale

In Italia non è mai esistita una vera e propria scena musicale che portasse in alto la bandiera dell’hard rock e dell’heavy metal nazionale. Più che altro, si può parlare di singole realtà isolate che, in alcuni casi, sono riuscite a esportare, in maniera duratura ed efficace, la propria musica oltreconfine. Questa mancanza, che viene più volte imputata all’assenza di locali ed eventi disposti ad ospitare gruppi che presentano uno spettacolo inedito e originale (a meno che non si tratti di formazioni più famose), è dovuta, probabilmente, al fatto che gli italiani sono abituati ad essere passivi recettori di fenomeni stranieri. Non basta, tuttavia, portare David Gilmour a Pompei o i Black Sabbath all’Arena di Verona per alimentare un fermento culturale che favorisca la creazione di uno scenario musicale nazionale, in grado di crescere, germogliare e diffondere orgogliosamente i propri frutti. Ciò che è accaduto a Pozzuoli lo scorso 22 luglio, però, lascia nutrire una forte speranza specialmente per la Campania, un luogo che, specialmente negli ultimi anni, è stato povero di concerti e di iniziative degne di nota.

La Volcano Records, giovane etichetta napoletana, ha preso in mano la situazione organizzando un notevole evento musicale, che ha portato sulla spiaggia di Licola, al Sea Legend, circa seicento persone tra musicisti, appassionati e autorità del settore (come i vertici della storica Frontiers Records, fra i cui ultimi acquisti figurano i DGM, autorevoli headliner della prima edizione di questo festival). L’atmosfera rilassata del lungomare campano si è subito elettrificata con i RED RIOT, uno dei gruppi che popolano la scuderia della Volcano Records: il loro sleaze rock si tinge di un’estetica e di un groove cari al thrash metal, e l’attitudine stradaiola del quintetto ha riscaldato ulteriormente l’aria torrida di fine luglio, lasciando spazio ai DOUBLE MALT di Avezzano, guidati da un indemoniato Alfredo Mariani, che ha urlato il suo hard rock “classico” ad una folla ancora esigua, che però comincia ad addensarsi nel momento in cui i MASTRIBES salgono sul palco. Il gruppo di Michael Flame sa come divertire i propri fan, e con il suo atteggiamento scanzonato e confidenziale, ha presentato in anteprima il singolo dell’album di debutto in uscita a breve. L’hard rock ben suonato e dalle tinte moderne dei Mastribes, si è svestito dell’inesperienza dei primi giorni adeguandosi ad un programma ben definito. Brani come She’s Got The Look e Shake Boom Tequila mostrano un gruppo che ha ben compreso come lavorare e come canalizzare gli sforzi in vista di un serio obiettivo di crescita (grazie anche alla sapiente guida della Volcano Records). L’alternarsi di gruppi su entrambi i palchi, quello in riva al mare e quello dentro al locale, fornisce un vero e proprio teatro di nuove realtà, uno specchio fedele del fermento musicale in atto nella provincia partenopea. Fra lo stoner hard rock dei DRESDA CODE, e l’esibizione dei TEODASIA, forte di un cantante di eccezione come Giacomo Voli, perfettamente a suo agio anche in questo contesto, spicca il rock blues dei THELEGATI, che arricchiscono il loro sound ai margini dello “sludge blues” paludoso e selvaggio con un cantato in napoletano, accompagnato da un’esibizione energica, intensa e convincente, anticipando in maniera consona l’epica e precisa esibizione dei romani KALEDON, che con successo hanno dato vita, anche sul palco di Pozzuoli, alle loro visioni epiche e fantastiche, fra l’entusiasmo dei fan che hanno “svaligiato” lo stand di dischi e magliette del gruppo. Ma gli ospiti più attesi della serata sono gli ultimi due nomi del cartellone. Gli HANGARVAIN non saranno ancora approdati su tutte le riviste di settore, avendo saggiamente preferito accompagnare, ad una pubblicità più consistente, un ricco sottosuolo di strenui sostenitori e una gavetta fatta da un impressionante numero di concerti in giro per l’Europa al fianco di artisti del calibro di L.A. Guns, The Darkness e Skillet, ma la folla urlante sotto il palco, che non lesina di recitare a memoria strofe, riff e ritornelli, testimonia una fama conquistata con le unghie e con i denti. I padroni di casa, essendo anche i principali organizzatori del festival, godono qui di un’attenzione del tutto identica a quella riservatagli a Londra o a Bucarest. Il southern hard rock degli Hangarvain, che attinge al sound caldo e “valvolare” di Blackstone Cherry, Blackberry Smoke e Lynyrd Skynrd, attraversa l’intera tradizione del rock americano: gli arrangiamenti, le incredibili doti musicali del quartetto (specialmente i fraseggi sapienti di Alessandro Liccardo e l’ugola di Sergio Toledo Mosca) e l’empatia instauratasi tra pubblico e musicisti al suono incandescente di Freaks, Keep Falling e Sliding to Hell, tratte dall’ultimo album, hanno reso questa esibizione uno degli eventi più interessanti dell’anno “rock” italiano 2016. Dopo gli Hangarvain, arriva il momento dei titani DGM, che dopo ventidue anni di carriera e nove album, hanno appena realizzato uno dei migliori dischi power/progressive metal cui la scena internazionale abbia assistito negli ultimi cinque anni (The Passage, Frontiers Records, 2016). Uno spettacolo rodato e una professionalità senza pari garantisce uno show impeccabile: se le abilità di chitarrista, produttore e leader di Simone Mularoni sono ormai note in tutto il mondo, la voce di Mark Basile fa degnamente da contraltare. I nuovi brani, come detto, non sfigurano accanto ai classici, così The Animal e The Secret Part 1 hanno lo stesso impatto di canzoni più collaudate come Reason, Void e No Looking Back.
Seicento persone sulla spiaggia, di notte, hanno assistito ad un incredibile spettacolo di puro rock and roll, con band più conosciute ed altre meno, tutte unite dalla stessa passione e dalla speranza che non si trattasse di un singolo episodio ma dell’inizio di un nuovo evento musicale, destinato a crescere e ad espandersi nel tempo. Il Volcano Rock Festival è stato un vero successo, sin dalla prima edizione. Speriamo di poter raccontare presto il seguito di questa storia.