STRATOVARIUS + SONATA ARCTICA + INDUCTION – il concerto di sabato 28 ottobre all’Alcatraz di Milano nel nostro live report!
STRATOVARIUS + SONATA ARCTICA + INDUCTION
Alcatraz 28 ottobre 2023 – Milano
Parole di Filippo Contaldo
Foto di Romano Depolo
Un Alcatraz completamente sold out ha accolto le due band finniche Sonata Arctica e Stratovarius accompagnate dai tedeschi Induction. Il power metal è ancora un genere molto amato in Italia, paese in cui ha attecchito particolarmente tra la metà degli anni ‘90 e l’inizio del nuovo millennio; il pubblico, tuttavia, non era composto solo da nostalgici della loro adolescenza ma anche da una nutrita schiera di nuove leve. Una serata riuscitissima, testimonianza di vitalità ed energia per il power e per il metal tutto.
INDUCTION
La band tedesca, in cui milita anche Tim, figlio di Kai Hansen, ha aperto le danze alle 18.45 salendo sul palco con il cantante italiano Antonio Calanna, frontman della band italo-tedesca, in sostituzione dell’inglese Craig Cairns, temporaneamente non disponibile. Giovani ma esperti, la mezz’ora in loro compagnia trascorre piacevolmente anche grazie ai potenti vocalizzi del nostro connazionale, orgoglioso portatore anche di un adeguato physique du rôle e di un’estensione vocale notevole.
SONATA ARCTICA
L’entrata in scena dei Sonata Arctica è sottolineata da una prolungata ovazione, a riprova di come la band capitanata da Tony Kakko non fosse propriamente un opening act qualsiasi ma quasi una co-headliner. Molte sono, infatti, le magliette loro dedicate e indossate dai tanti spettatori che hanno riempito l’Alcatraz fino all’ultimo biglietto disponibile; l’inizio è tuttavia leggermente sottotono, la voce di Tony non sembra in particolare forma e l’apertura con Closer to an Animal, tratto dal penultimo album The Ninth Hour, lascia un po’ perplessi, Tony appare un po’ fuori fase, a tratti sembra quasi stonare e il brano, una mid-tempo, non coinvolge particolarmente il pubblico. Questa sensazione viene però velocemente spazzata via, non appena la band attacca con Black Sheep e il lungocrinito, e canuto, cantante inizia a scaldare le corde vocali come gli si confà. Il concerto sarà comunque caratterizzato da ritmi non elevatissimi, due power ballad (tra cui Talulah) e diverse mid-tempo si alterneranno a pezzi più veloci (su tutti, ottima la resa di Paid in Full) ma la prestazione della band sarà comunque di pregevole livello grazie, indubbiamente, alla capacità di Tony di sopperire con simpatia, interpretazione, intensità e teatralità al fatto che le alte e acute vette cui ci aveva abituati negli anni scorsi non saranno verosimilmente più raggiunte, ma anche perché Elias Viljanen ha fatto cantare alla grande la sua chitarra producendosi in assoli precisi e coinvolgenti e le complesse trame del basso di Pasi Kauppinen hanno conferito al tutto un groove profondo e trascinante, corroborato dal preciso e potente drumming di Tommy Portimo.
STRATOVARIUS:
Alle 21.25 salgono puntuali sul palco gli Stratovarius, attesissimi soprattutto dopo il forfait che, loro malgrado, hanno dovuto dare a luglio scorso a causa delle tremende disavventure che hanno dovuto affrontare durante il tragitto dalla Svizzera a Milano. Il ritorno dopo pochi mesi è quindi chiaramente vissuto come un’opportunità di cancellare in grande stile quella pessima giornata e i presupposti ci sono tutti, visto il già menzionato sold out. Ben quattro, su quattordici totali, saranno i brani tratti dall’ultimo, molto ben accolto album Survive, tra cui l’eponima canzone con cui il combo di Helsinki ha aperto le danze e la potente World on Fire, brano dal forte sapore old school. Non sono, naturalmente, mancati gli inni che hanno portato al successo gli Stratovarius negli anni ‘90 e che hanno travolto un pubblico davvero entusiasta di poter cantare a squarciagola Speed of Light, Paradise, Black Diamond o Father Time. La prestazione di Kotipelto e soci è stata davvero di altissima qualità; il cinquantaquattrenne cantante ha tenuto alla grande per tutta la durata dell’esibizione le impegnative tonalità che caratterizzano lo stile del combo finnico, le sapienti mani di Jens Johansson hanno ricreato le atmosfere dell’epoca e Timo Tolkki è ormai un lontano ricordo grazie alla perizia con cui Matias Kupiainen ha eseguito gli assoli dei brani più risalenti. Compatta e precisa è stata anche anche la performance da parte della sezione ritmica, d’altro canto il membro meno “anziano” della formazione scandinava è il batterista Rolf Pilve, che milita nella band dal 2012, quindi da undici anni abbondanti; non sorprende, quindi, che l’ensemble funzioni come un orologio svizzero e produca esibizioni praticamente prive di sbavature. Molto apprezzata è stata l’aggiunta di Forever alla scaletta, brano non portato nelle altre date del tour, che la band ha voluto suonare per “scusarsi” (pur non avendo nulla da farsi perdonare) della mancata esibizione di luglio scorso. Divertente anche l’outro con la canzone in lingua suomi intitolata Olen Suomalainen (“sono un finlandese”), cover di L’italiano di Toto Cutugno (sic!).
Un breve commento sulla serata nel suo complesso. All’Alcatraz di Milano si è respirata un’atmosfera positiva, con grande senso di appartenenza; nonostante il power metal abbia avuto il suo periodo di massimo splendore tra venti e venticinque anni fa, ancora oggi è in grado di trasmettere vibrazioni intense sia ai fan dell’epoca, sia alle nuove leve.
SETLIST:
Survive
Eagleheart
Speed of Light
Paradise
Broken
Winter Skies
World on Fire
Stratosphere / Holy Light
Father Time
Frozen in Time
Black Diamond
Forever
Unbreakable
Hunting High and Low