STAM1NA + THE BLACK DAHLIA MURDER + INSOMNIUM – Roma, Largo Venue
1/12/2019 STAM1NA + THE BLACK DAHLIA MURDER + INSOMNIUM – Roma, Largo Venue
di Alessio Oriani
Se questo tour fosse capitato una decina d’anni fa, sarebbe stato al contrario: i The Black Dahlia Murder sarebbero stati gli headliner mentre gli Insomnium sarebbero stati il gruppo spalla. Non c’è dubbio che (almeno qui in Europa) il gruppo di Trevor Strnad e Brian Eschbach abbia perso un po’ di smalto e popolarità nel corso del tempo, forse anche a causa di album sempre buoni ma tutti fin troppo simili fra loro, mentre gli Insomnium, da quando hanno pubblicato One For Sorrow nell’ormai lontano 2011, abbiano vissuto un’ascesa lenta ma costante. C’è anche da considerare che la band statunitense non ha fatto uscire un disco quest’anno (il prossimo album è già stato registrato ma uscirà nel 2020), invece gli Insomnium sono reduci dal successo dell’ottimo Heart Like A Grave, ancora fresco di stampa. È quindi più che logico che siano loro a portare la bandiera di questa serie di concerti chiamata, appunto, Like A Grave Tour 2019: una trentina di date concentratissime, con solo un paio di day-off, che finirà a metà dicembre giusto in tempo per tornarsene a casa e godersi le festività.
Come compagni di strada gli Insomnium hanno scelto gli Stam1na, anche loro finlandesi, che in realtà sono attivi da oltre vent’anni e ad ogni nuova uscita discografica finiscono con regolarità al primo posto della classifica finlandese, pur essendo praticamente sconosciuti all’estero. Gli Stam1na salgono sul palco in perfetto orario ma, purtroppo, alle 19:30 gli spettatori sono davvero pochi e non sembrano apprezzare più di tanto il loro power-thrash dalle tinte groove e progressive, cantato in finlandese. Dal punto di vista strumentale ed esecutivo gli Stam1na sono un’ottima band, e possiamo affermare tranquillamente che abbiano offerto la performance migliore della serata, ma la loro proposta insolita risulta un po’ di difficile presa, non facilmente accessibile a meno di non conoscere già le canzoni. Tuttavia, con il susseguirsi dei pezzi (in gran parte tratti dall’ottimo Taival, loro ultimo album) il pubblico inizia ad apprezzarli e si fa più partecipe, e verso la fine del concerto appare evidente che la band sia riuscita a conquistare qualche nuovo fan, nonostante le condizioni sfavorevoli.
Quando salgono sul palco i The Black Dahlia Murder la serata inizia davvero a prendere vita, un po’ perché gli spettatori sono aumentati, ma anche perché è evidente che ci siano abbastanza fedelissimi, accorsi per loro anziché per gli Insomnium. L’esperienza della band statunitense, maturata in centinaia di concerti in giro per tutto il mondo, è enorme e si vede, perché è impossibile restare indifferenti di fronte al loro show anche se non si apprezza la loro musica o non piacciono le vocals di Trevor Strnad. La scaletta è un po’ strana, perché si divide principalmente fra l’ultimo album Nightbringers e il vecchio Nocturnal (il loro disco di maggior successo ed a cui i fan sono più affezionati), ma ignora del tutto album come Everblack e Deflorate e ne lascia nell’angolo altri, comunque validi, come Ritual e Miasma, nonostante una setlist composta da ben 13 canzoni. I primi cinque pezzi, fra cui spicca un’ottima Miasma, sono velocissimi, e bisogna aspettare la vecchia Warborn per riprendere un po’ il fiato. Trevor Strnad appare un po’ affaticato e appesantito, le sue vocals si sono fatte più piatte e stridule che in passato, ma resta sempre un buon frontman che preferisce puntare tutto su simpatia e divertimento. In questo viene aiutato anche dal chitarrista Brian Eschbach, mentre il resto del gruppo si concentra a suonare al meglio delle proprie possibilità. Purtroppo le chitarre escono un po’ impastate, mentre basso e batteria sono perfetti e le vocals di Strnad vengono spesso messe all’angolo dagli strumenti. In ogni caso lo show dei The Black Dahlia Murder è potente e frenetico, e sembra convincere anche molti degli spettatori giunti esclusivamente per gli Insomnium. Le loro canzoni però suonano un po’ troppo uguali fra loro e, dopo la prima mezz’ora, una certa dose di noia inizia a farsi avanti, ma è proprio nella seconda metà del concerto che arrivano pezzi da novanta come What A Horrible Night To Have A Curse o le bombe recenti di On Stirring Seas Of Salted Blood e Nightbringers. Per chiudere in bellezza, poi, la conclusione è affidata ad Everything Went Black e Deathmask Divine, due veri e propri classici della band, che dimostrano ancora una volta la caratura dei The Black Dahlia Murder.
Gli Insomnium salgono sul palco sulle note di Valediction, estratta dall’ultimo album Heart Like A Grave, che domina inevitabilmente sulla setlist della serata con ben 6 canzoni su 14. La band finlandese è in formissima e rispetto a qualche anno fa mette in mostra un bel salto di qualità, più che altro dal punto di vista della performance. Rispetto al silenzio ed alla staticità del passato, il frontman Niilo Sevänen ha finalmente imparato a stare sul palco ed a coinvolgere il pubblico, anche grazie al prezioso aiuto dei due chitarristi. Markus Vanhala in particolare fa sempre da catalizzatore, con mosse e movenze quasi esagerate, mentre all’altra chitarra troviamo Jani Liimatainen, che ha definitivamente sostituito Ville Friman per quanto riguarda l’attività live. Va sottolineato che Liimatainen è anche un ottimo cantante, e i pezzi in cui si cimenta nelle vocals pulite (ad esempio The Primeval Dark) risultano anche migliori rispetto alla versione su disco. La setlist è abbastanza variegata e, a parte il suddetto Heart Like A Grave, prosegue pescando canzoni soprattutto da Shadows Of The Dying Sun, mentre dagli album precedenti (da Above The Weeping World a One For Sorrow) vengono estratte solo una manciata di tracce. La batteria risulta parecchio in rilievo e copre un po’ troppo gli altri strumenti, in particolare la chitarra di Liimatainen che si sente appena, mentre quella di Vanhala riesce a spiccare un po’ di più, ma nel complesso il sound è buono e non c’è troppo di cui lamentarsi. Ottime le vocals di Niilo Sevänen, che ha guadagnato notevolmente in potenza e controllo sul proprio growling. Fra i momenti migliori del concerto segnaliamo la trascinante Through The Shadows, l’atmosferica Change Of Heart, la doppietta di And Bells They Toll e Mute Is My Sorrow e la malinconica In The Groves Of Death, anche se l’apice assoluto viene raggiunto da Ephemeral, forse la più bella canzone degli Insomnium di sempre, qui magistralmente eseguita. Verso la fine del concerto c’è anche una piacevole sorpresa: dopo While We Sleep, i due chitarristi rientrano sul palco con un cappello nero da cowboy e propongono una versione acustica, strumentale ed abbreviata, di One For Sorrow, anche se la versione originale resta imbattibile. La conclusione, neanche a dirlo, è affidata ad Heart Like A Grave, che dà il nome all’album e all’intero tour, consacrando gli Insomnium come uno dei nomi più importanti dell’attuale panorama del death metal melodico.
SETLIST THE BLACK DAHLIA MURDER
Widowmaker
Jars
Contagion
Miasma
Matriarch
Warborn
What A Horrible Night To Have A Curse
Nightbringers
As Good As Dead
On Stirring Seas Of Salted Blood
Kings Of The Nightworld
Eberything Went Black
Deathmask Divine
SETLIST INSOMNIUM
Valediction
Neverlast
Into The Woods
Through The Shadows
Pale Morning Star
Change Of Heart
And Bells They Toll
Mute Is My Sorrow
Ephemeral
In The Groves Of Death
The Primeval Dark
While We Sleep
One For Sorrow (acustica)
Heart Like A Grave