SOEN – intervista esclusiva a tre settimane dalle date italiane!
Abbiamo incontrato il batterista Martín Lopéz ed il cantante Joel Ekelöf il giorno prima dell’esibizione dei Soen al Wacken Open Air 2022 e a tre settimane di distanza dalla data di mercoledì 7 settembre 2022 a Milano presso i Magazzini Generali, che sarà seguita da altre due date giovedì 8 settembre a Roma presso Largo Venue e venerdì 9 settembre al Revolver di San Donà di Piave (VE). Il supergruppo prog metal svedese è reduce da uno spostamento rocambolesco che gli ha concesso appena tre ore di sonno, quindi le risposte un po’ telegrafiche dei suoi rappresentanti sono giustificate da una stanchezza fisiologica. Vi proponiamo comunque un breve estratto della nostra conversazione, sperando che possa stuzzicare l’appetito per gli imminenti show di una band che ha sempre saputo dare il meglio dal vivo.
State preparando qualche sorpresa per i vostri prossimi concerti in Italia?
Martín Lopéz: “Forse sì, ma se oggi ti dicessimo qual è, non sarebbe più una sorpresa (ride, ndr)! Scherzi a parte, i nostri fan, o comunque le persone che ci conoscono bene, sanno che siamo una band molto meticolosa e perfezionista, quindi di solito lasciamo poco spazio all’improvvisazione. Prima di partire in tour, trascorriamo un sacco di tempo in sala prove per preparare la scaletta ideale e nell’ordine che riteniamo più opportuno. Ovviamente questo dipende dalla ricezione di una certa audience per un disco particolare o delle canzoni ben precise, ma in ogni caso l’obiettivo principale resta quello di intrattenere il pubblico e, di conseguenza, divertirci a nostra volta”.
Joel Ekelöf: “Al di là di questo, correggetemi se sbaglio: da quando abbiamo pubblicato il nostro ultimo album Imperial, nel gennaio del 2021, la pandemia ci ha tolto qualsiasi opportunità di proporre le sue canzoni dal vivo. È perciò normale che in questo momento i Soen stiano cercando di valorizzare, anche e soprattutto dal vivo, un disco in cui credono molto e che si esprime nel migliore dei modi proprio sul palco. Rispetto ai nostri tour precedenti, la nostra intenzione è quella d’inserire il maggior numero possibile di brani recenti nella prossima setlist”.
Come molti altri gruppi dalle forti caratteristiche emotive e sofisticate, i Soen sembrano avere un rapporto privilegiato con il pubblico italiano…
Joel Ekelöf: “Posso confermarlo, ogni volta che ci ritroviamo a suonare in Italia, specialmente a Milano e a Roma, siamo accolti da un entusiasmo e da aspettative che di solito vengono riservate a band molto più grandi dei Soen. È per questo motivo che l’ultima volta in cui potemmo suonare dalle vostre parti, nel 2019, avevamo voluto recuperare a tutti i costi la data milanese (prevista ad aprile e poi rimandata a settembre, ndr). Mi ricordo ancora piuttosto bene quell’episodio, perché il nostro tour bus era rimasto bloccato in Svizzera a causa di una nevicata pazzesca, e gestire quel tipo di situazione diventa allo stesso tempo ridicolo e frustrante”.
Martín Lopéz: “Sì, in qualche modo ci sentiamo come se l’Italia ci avesse adottato e sicuramente non ci possiamo lamentare, anche perché lì ci sono le donne più belle e il cibo più buono del mondo (ride, ndr). A volte l’amore con un certo tipo di pubblico nasce all’improvviso e senza spiegazioni razionali. Pensa ai Porcupine Tree d’inizio carriera, che suonavano più date a Roma che in tutto il Regno Unito! Parlando seriamente, abbiamo un legame forte con il vostro Paese anche perché il nostro agente e la nostra label manager sono entrambi italiani”.
Considerando l’impronta decisamente più metal dell’ultimo album, dal vivo dobbiamo aspettarci che anche le canzoni precedenti vengano riarrangiate in una versione maggiormente d’impatto?
Martín Lopéz: “Beh, in un certo senso è qualcosa che abbiamo sempre fatto, come credo la maggior parte dei gruppi rock e metal con una forte identità melodica come la nostra. Dal vivo anche la canzone più raffinata tende sempre a ridiventare un po’ grezza, non so se mi spiego. È come se tornasse alla forma originaria in cui era stata concepita, con meno sfumature e arrangiamenti. D’altronde nemmeno la direzione più metal di Imperial è stata intrapresa a cuor leggero: all’interno della band convivono musicisti come il sottoscritto, ancora legati alla musica estrema (indica la sua maglietta degli Unleashed sorridendo, ndr), ed altri che preferiscono un approccio melodico e rilassato. Alla fine, i Soen che potete ascoltare in studio e dal vivo sono il frutto di discussioni e compromessi assolutamente democratici”.
Joel Ekelöf: “In realtà le radici di tutti noi sono ben piantate nell’heavy metal e solo in seguito abbiamo finito per apprezzare dei generi più sofisticati, per così dire. Il ritorno ad un certo tipo di sonorità riflette il bisogno, per il pubblico ma anche per noi stessi, di un approccio più fisico e diretto alla musica. I Soen hanno sempre curato molto le armonie e gli arrangiamenti, al punto che alcuni nostri vecchi dischi erano stati criticati per una perfezione addirittura eccessiva. Oggi, con tutto il rispetto per gli artisti che amano sperimentare e improvvisare sul palco e in studio, per noi è giunto il momento di tornare alle origini”.