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50 ANNI DI HEAVY METAL - PARTE PRIMA

La nostra musica più amata nel 2018 ha compiuto 50 anni di vita. È un bel traguardo e ci fa ben sperare che questo genere musicale, che si è andato rafforzando e consolidando nel corso degli anni, possa avere ancora un lungo periodo di prosperità davanti a sé.

Era il 1968 quando si sono formate le tre band che comunemente vengono additate come i pilastri e i padri fondatori dell’heavy metal: Led Zeppelin, Deep Purple e Black Sabbath. In realtà già i Cream erano stati indicati come i progenitori di questa musica, anche se i loro membri hanno sempre sdegnosamente rifiutato questa investitura. Se questa musica è nata nel 1968 tuttavia il termine heavy metal è comparso solo qualche anno dopo, a inizio anni ’70, per indicare a opera di giornalisti come Sandy Pearlman di Crawdaddy la musica dei Blue Öyster Cult o come Mike Saunders di Creem, parlando dei Sir Lord Baltimore. Invece dopo attente ricerche abbiamo verificato che Lester Bangs non ha mai usato il termine heavy metal per riferirsi ai Black Sabbath nella sua celebre, e dispregiativa, recensione su Rolling Stone.

Il termine era già noto nel rock per l’espressione heavy metal thunder usata nella canzone Born To Be Wild degli Steppenwolf, resa popolare anche nella colonna sonora del film Easy Rider del 1969. Retrospettivamente infatti sono state chiamate heavy metal non solo le band della sacra trinità, ma quelle formazioni che volevano salire un gradino in più del semplice hard rock e che puntavano su un approccio più selvaggio, duro e distorto che poi saranno denominate proto-metal. Parliamo di formazioni come Blue Cheer, MC5, Cactus, Iron Butterfly, Bloodrock, Mountain, Grand Funk Railroad, Buffalo, tutte qui rappresentate.

Il concetto di heavy metal è cambiato molto negli anni, in accordo con le migliorie nella produzione dei dischi e nella definizione del suono stesso. Non aspettatevi quindi che queste band di fine anni ’60 e inizio anni ’70 suonino potenti come quelle di oggi. Non c’è paragone. Secondo criteri di semplice potenza di suono, solo Black Sabbath e Judas Priest potevano essere assimilate alle band degli anni ’80 e successivi.

A ogni modo la cosa più importante da notare è che l’heavy metal aveva delle caratteristiche che lo differenziavano dal classico blues iperamplificato che si trasformava poi in hard rock. Da un punto di vista musicale, l’heavy metal si avvale anche di toni alti e di acuti come mostreranno bene Robert Plant, Ian Gillan e David Byron. Inoltre i ritmi sono piuttosto sostenuti e le canzoni si basano su riff circolari e ripetuti, caratteristica che sarà evidenziata bene proprio dai primi Led Zeppelin e dai Black Sabbath.

Ma più di tutto contano l’atteggiamento e i testi. Finisce la stagione dell’amore e degli hippie e queste band guardano maggiormente al lato oscuro della natura umana con testi che riguardano l’horror, il soprannaturale, la fantasy, la fantascienza, la guerra, la morte e Satana e non vogliono confortare l’ascoltatore, ma impaurirlo e impressionarlo.

È questo l’elemento chiave che distingue le band hard rock da quelle heavy metal. Non è sempre possibile fare una separazione netta perché, alla fine, molte band hanno avuto elementi sia hard rock che heavy metal, a partire dai tre grandi che hanno dato vita al genere. Tuttavia qui ci siamo sentiti in dovere di escludere quelle band di hard blues o di hard rock che veramente poco o nulla hanno di cattivo, di minaccioso e che decisamente non rientrano nei canoni dell’heavy metal. Ecco perché qui non troverete Free, Bad Company, tutto il southern rock dai Lynyrd Skynyrd in poi, tutto l’AOR, dai Boston, Toto e Journey in avanti, così con non troverete gruppi come Bon Jovi, Europe, Aerosmith o Tesla, tutto hard rock, a volte tendente al pop, non in linea con il resto delle band qui presenti.

Le formazioni, qui rappresentate ognuna da un solo disco, il migliore o forse solo il più famoso, erano tante e per questo abbiamo deciso di dividere il nostro speciale in due parti per non fare torto a nessuno in quanto sono veramente moltissimi i dischi che hanno fatto la storia di questa musica e di cui vogliamo parlare.

Perché ci siamo fermati al 1988? È presto detto. Per buona parte degli anni ’80 l’heavy metal è stato un genere piuttosto uniforme e le più grosse variazioni si avevano tra thrash da una parte e hair metal e class metal dall’altra con lo USPM nel mezzo. La spinta della NWOBHM era già finita da tempo e generi come il thrash o l’hair metal californiano erano ormai nella loro fase matura e avevano esaurito la spinta di rinnovamento dei rispettivi sottogeneri.

A partire dal 1989 entreranno prepotentemente in gioco il metal estremo (death, black, grind, brutal) da una parte e il crossover, nu metal e grunge dall’altra che cambieranno completamente i connotati di questa musica, anche se l’heavy metal più tradizionale continuerà a prosperare con la nascita del power metal europeo, del prog metal e di band come Pantera, Sepultura e Machine Head che porteranno avanti l’heavy metal germogliato negli anni ’80.

Ultima annotazione. Qui non troverete i Megadeth. Non ci siamo dimenticati di loro ma, seppure Dave Mustaine e la sua band siano da considerare tra i grandi protagonisti degli anni ’80, li abbiamo voluti rappresentare con Rust In Peace del 1990 che apparirà poi nel secondo volume che troverete in edicola la prossima estate.

STEFANO CERATI

 

 In allegato il libro CULTO a cura di Stefano Cerati con schede inedite!

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