R.I.P. MEAT LOAF – il nostro ricordo
“L’INFERNO E’ LASTRICATO DI GRANDE MUSICA” – Un ricordo di Meat Loaf
PAROLE DI ANTONINO BLESI
“Dovremmo essere più coraggiosi di quello che siamo”.
Lo dice anche il titolo dell’ultimo disco di Michael Lee Aday, uscito nel 2016.
Fu aspramente criticato, e preso come simbolo di un artista in declino.
Poi il gigantesco performer cadde a terra durante un concerto, e si rialzò a fatica.
Fu l’inizio della fine, fino ad oggi.
Potremmo parlare dei suoi grandi successi, e chi lo ama li conosce a memoria.
Cento milioni di dischi venduti, in un lungo periodo storico dove la musica fisica si vendeva davvero. Era sgraziato e non venne capito.
Trovò la sua anima gemella musicale in un altro outsider incompreso, Jim Steinman, un barocco e visionario compositore di altri tempi.
Tutti due nati nel 1947, si amano e odiano costantemente, forse troppo simili per convivere.
Ora Michael ci lascia pochi mesi dopo la dipartita di Jim. Si ritroveranno e faranno pace, una volta per tutte?
Sarebbe troppo facile, ora, celebrare quelle canzoni immortali e quel pipistrello fuoriuscito dall’inferno.
Meat Loaf è caduto più volte e si è sempre rialzato, anche da solo.
Ora però lo ricorderemo attraverso il suo congedo, quel Braver Than We Are citato all’inizio del nostro ricordo.
Doveva essere un nuovo incontro tra il Maestro e la Musa, e infatti il disco contiene dieci canzoni scritte da Steinman nel corso di tanti anni di attività, per artisti come Sisters Of Mercy e Bonnie Tyler. Nulla di inedito purtroppo.
Pur con il suo benestare, Meat Loaf ed i suoi produttori hanno preso questo vecchio materiale ed hanno cercato di farlo funzionare. Ma quella voce aveva perso smalto ed arrancava oramai da anni.
A volte recita e rimane un filo leggero, quasi si spezza ma resiste. Troppi concerti e forse è arrivato il momento di chiudere il sipario ragazzi miei adorati anche se è dura lasciarvi.
In dieci disomogenei capitoli, ascoltiamo il musical sbilenco di Who Needs the Young che vorrebbe quasi respingerci per quanto ostico.
Tornano le dolci amanti di Paradise by the Dashboard Light, Ellen Foley e Karla DeVito che chiudono il cerchio in Going All the Way.
Michael è lì con loro, a volte sta sullo sfondo, ma non se ne va mai.
Tra capolavori come Souvenirs e altri pezzi semplicemente sbagliati o arrangiati con poca eleganza, assistiamo alla recita finale, cge continua ad emozionarci.
Non sarà perfetto e non potrebbe esserlo. Però è sempre vero, fino alla fine.
Meat Loaf e Jim Steinman avrebbero meritato un epitaffio migliore, ma questa è la vita.
Accarezza e taglia nello stesso istante, non regala nulla ma sa come sorprenderti.
E quella luce sul palco continua ad illuminare questa musica immortale che non ci lascerà. E’ qui per noi se la vorremo.
E come diceva Michael Lee Aday del suo amico/nemico Jim, “We didn’t know each other, we were each other”.
Noi non ci conoscevamo, l’uno era l’altro.