QUEENSRŸCHE il live report della data a Milano

QUEENSRŸCHE il live report della data a Milano
QUEENSRŸCHE + NIGHT DEMON – il live report della data di giovedì 20 Febbraio 2025 a Milano presso i Magazzini Generali
Parole e foto di Romano Depolo
Certo che la vita è proprio strana…
Passiamo mesi a lamentarci del fatto che ormai i gruppi metal scavalcano l’Italia come se si trattasse di uno scomodo intermezzo geografico tra Svizzera e Francia.
Salvo poi non saper decidere se andare a vedere i Queensrÿche o gli Unleash The Archers in una gelida serata milanese di metà febbraio.
Lo stesso giorno, alla stessa ora a soli pochi chilometri di distanza.
Alla fine la scelta è praticamente obbligata, anche perché lo spettacolo fa parte di un tour che è arrivato in Europa sull’onda di un entusiasmo galoppante venutosi a creare durante un lunghissimo tour americano.
Il motivo di tutto questo entusiasmo? La scelta di basare la set list sui due primi immensi album del gruppo di Seattle, pubblicati ormai più di 40 anni fa.
Ad accompagnare gli headliner ci sono i californiani Night Demon
C’è un sottile gioco di parole dietro al brano usato come intro del set dei californiani, perché la scelta ricade sull’inno Night of the Demon dei Demon.
Il brano dura il tempo sufficiente per trasportarci indietro, quando i power trio andavano per la maggiore e l’energia scorreva a fiumi dal palco, senza fronzoli e con tanta potenza.
Basterebbero queste poche parole per descrivere lo show dei Night Demon, ma c’è ancora tanto da segnalare.
A partire dalla carica del cantante / bassista Jarvis Leatherby che sembra incarnare – nelle dovute proporzioni – la figura di Lemmy, nel suo continuo assalto con il basso verso il pubblico.
Il tempo a loro disposizione è piuttosto breve, quindi non c’è gran motivo di perdersi in presentazioni e lunghe dissertazioni.
I tre californiani cercano e ottengono l’assalto frontale e l’obiettivo è raggiunto specialmente con i brani dalle ritmiche più serrate.
Già, perché i Night Demon suonano “semplicemente” heavy metal senza troppe contaminazioni e senza prescrizioni mediche di dosi di innovazione.
La loro grande capacità – su album e specialmente dal vivo – consiste nel risultare attuali, proprio grazie all’enorme energia e a brani progettati con precisione per essere cantati anche se li si ascolta per la prima volta.
SETLIST
Outsider
Screams in the Night
Escape From Beyond
Dawn Rider
The Howling Man
Beyond the Grave
The Wrath
Welcome to the Night
The Chalice
Night Demon
Queensrÿche
Non sfugge a nessuno, girando nel locale durante la pausa, come l’età media sia piuttosto alta.
Sembra quasi che tra i fan della band di Seattle non ci sia stato il classico cambio generazionale che invece ha avuto luogo con i gruppi di prima fascia.
I figli dei fan della prima ora qui non prendono il posto in prima fila che anni prima avevano occupato i loro padri.
Probabilmente i Queensrÿche ai loro esordi erano così avanti rispetto a chi suonava in quegli anni da risultare comprensibili, nella loro carriera, solo da chi li ha seguiti dagli esordi.
A parziale smentita di quanto appena detto, ad un certo punto dello show La Torre ha chiesto quanti, tra i presenti, assistessero per la prima volta a un concerto dei Queensrÿche e le mani alzate non sono state poche …
Tralasciando questi aspetti di natura evolutiva, lo show dei Queensrÿche ha dato molto più di quanto era lecito aspettarsi perché ha permesso ai presenti di rivivere emozioni sopite nel tempo.
Sensazioni legate a una musica che tanto aveva colpito agli esordi e che per ovvie ragioni, negli ultimi anni era rimasta imprigionata all’interno dei rispettivi vinili o CD.
La riproposizione integrale di due album pubblicati 40 anni fa non è una pura azione nostalgica, né tantomeno una scelta da cover band!
Rappresenta al contrario l’orgogliosa presa di posizione di un gruppo che vuole ricordare le proprie radici assieme ai fan. L’impatto dell’opener Queen of the Reich è semplicemente devastante!
Per qualsiasi cantante, iniziare un set con un brano di questo tipo sarebbe molto impegnativo, ma La Torre elargisce la sua lezione di canto in modo sublime.
La prima cosa che colpisce è il modo in cui le canzoni sono invecchiate perché nessuna melodia, nessun assolo, nessun coro suona vecchio o ridondante.
La continua alternanza tra brani più rapidi e altri introspettivi permette di assaporare lo show in profondità perché la classe rimane sempre quella al di là delle ritmiche.
L’altro aspetto che emerge è l’ispirazione con cui questi attempati musicisti suonano i loro brani.
Sono passati più di 40 anni, ma l’impegno il trasporto e l’orgoglio sono quelli che normalmente vengono dedicati alle nuove creazioni.
Dopo i quattro brani dell’EP di esordio, si passa alle tracce di The Warning, ma il salto stilistico che all’epoca aveva sollevato qualche perplessità, dal vivo non si nota.
I brani sono più intricati, generalmente meno aggressivi – sebbene alcuni passaggi in En Force e NM156 siano delle sassate che non lasciano scampo – ma la loro resa è perfetta dal vivo.
Risulta ostico trovare gruppi agli esordi capaci di compore brani così pieni di drammaticità e malinconia come No Sanctuary.
L’impressione generale è quella di assistere a un evento sacro, forse anche per il grandissimo rispetto con cui i Queensrÿche aprono le porte alla parte iniziale della loro fortunata carriera.
Michael Wilton sembra quello più preso da queste emozioni e dimostra di partecipare più mentalmente che fisicamente alla liturgia.
L’altro membro originale, Eddie Jackson, è più defilato, alla destra del drum kit di Casey Grillo (che è sul punto di festeggiare il quinto anniversario come membro ufficiale della band) e osserva il pubblico con malcelata soddisfazione.
Mike Stone, rientrato nella band dopo l’uscita di Parker Lundgren, offre tutta la tecnica chitarristica per supportare gli intricati passaggi strumentali dei vari brani a Michael ‘The Whip’ Wilton.
I prodromi del progressive metal in tracce come Before the Storm e specialmente Roads to Madness oggi sono evidenti a tutti, ma nel 1984 rappresentavano un neologismo che risultava intraducibile e difficilmente comprensibile.
Alla fine, la serata lascia tutti i presenti con un ampio sorriso stampato sulle labbra.
Anche perché abbiamo assistito a una prestazione mostruosa di Todd La Torre che durante il set è riuscito a prendere tutte le note dei brani pur non avendo l’età del cantante originale al momento della pubblicazione.
A questo proposito si sa che la parte più nostalgica dei fan della band di Seattle spera in una reunion con Geoff Tate.
Tuttavia serate come questa confermano che al protagonismo smisurato di Tate è sicuramente preferibile la sincera umiltà del piccolo grande uomo di St. Petersburg.
Alla fine c’è solo un cruccio, perché sarebbe stata un’ottima occasione per suonare anche Prophecy, il brano presente nell’edizione giapponese dell’EP di esordio.
Ne riparleremo tra 40 anni. La conclusione è invece affidata a tre tra i brani più celebri dei successivi tre album in studio dei Queensrÿche che contribuirono a portare la band ai picchi della celebrità.
Prima che i protagonismi di cui si parlava in precedenza contribuissero ad affossare l’immagine del gruppo di Seattle sotto il peso insostenibile di album senza capo ne coda.
SETLIST
Queen Of The Reich
Nightrider
Blinded
The Lady Wore Black
Warning
En Force
Deliverance
No Sanctuary
NM 156
Take Hold Of The Flame
Before The Storm
Child Of Fire
Roads To Madness
Walk In The Shadows
Jet City Woman
Eyes Of A Stranger
QUEENSRŸCHE il live report della data a Milano