QUEENS OF THE STONE AGE + ROYAL BLOOD – Ippodromo di San Siro, Milano, 06 luglio 2024: il nostro live report
LIVE LIFE
I-Days – Queens of the Stone Age + Royal Blood – Ippodromo di San Siro – Milano – 06.07.24
Parole di Stefano Cerati
Foto di Davide Sciaky
Quando i Royal Blood fanno la loro comparsa sul palco dell’Ippodromo del galoppo di San Siro, il più piccolo dei due utilizzati per queste esibizioni degli I-Days ci saranno soltanto circa 5000 persone, un numero che andrà via via crescendo e che alla fine del concerto dei Queens of the Stone Age sarà almeno triplicato, quindi la serata ha avuto un ottimo successo e i Royal Blood sono una perfetta band con cui intrattenere il pubblico nell’attesa degli headliner. Il loro stile è molto variegato e nella loro musica si possono ritrovare elementi moderni di elettronica ma anche dello stesso stoner, di indie rock e di brit pop. Il duo guidato dal cantante bassista Mike Kerr, quando fece il suo esordio sulle scene ormai dieci anni fa, fu salutato come la Next Big Thing e infatti i loro concerti da soli sono in grado di radunare un ottimo pubblico e di riempire locali grandi come l’Alcatraz.
Il concerto è filato via veramente in modo molto snello e interessante con canzoni che hanno rivisitato tutta la discografia dei quattro album in studio dei nostri a cominciare da Out of the Black che ha aperto le danze e che è stato il primo successo in assoluto dei nostri che li ha proiettati in una dimensione internazionale. Ma la loro bravura è dovuta al fatto anche che, pure con una batteria abbastanza scarna e metronomica, il basso suonato quasi come una chitarra, riesce a riprodurre molti effetti particolari e dare veramente un groove interessante a tutte canzoni. Sul palco è coadiuvato da un tastierista che contribuisce a implementare la musica e i suoni rendendoli più ricchi e, come detto, il concerto si è svolto attraverso canzoni senza sosta in cui il bassista ha cambiato più volte lo strumento per variare anche intonazione e timbrica delle canzoni stesse. Tra tutti i pezzi possiamo segnalare quelli più accattivanti come Lights Out, Pull Me Through, Limbo fino alla chiusura di Little Monster, How Did We Get So Dark? e Figure It Out che sono quasi tutti i singoli che sono stati tratti dai loro album. Poi, alla fine del loro concerto che si è chiuso alle 20.30, bisognerà aspettare un’ora per vedere gli headliner, in attesa che si faccia buio.
Il concerto dei Queens of the Stone Age si è fatto regolarmente ma c’erano state delle voci alla vigilia che avevano anche messo in dubbio l’esecuzione stessa dell’evento perché era giunta notizia che uno dei membri della band, forse il leader Josh Homme, avesse avuto dei problemi di ernia. Infatti la data precedente, quella che doveva essere tenuta in Veneto vicino a Vicenza, era stata annullata il giorno precedente. Dunque il concerto è stato tenuto regolarmente forse solo il set è stato leggermente più corto, un’ora o un quarto per 15 pezzi ma complessivamente è stato un set di grande qualità e Josh Homme, seppure si vedesse chiaramente sul monitor al lato del palco che aveva un’espressione a volte un po’ sofferente, ha veramente dato tutto sul palco e non si è limitato né nei movimenti né alla voce e quindi ne risultata fuori un’esibizione eccellente ricca di groove e di diverse seduzioni musicali. I Queens of the Stone Age nel nuovo millennio hanno raggiunto una popolarità anche impensabile a inizio carriera e in effetti adesso sono una band anche un po’ diversa dalla band del primo album Omonimo e di Rated R pubblicati a fine dello scorso millennio. Infatti da quegli album lì ormai non viene eseguita quasi più nessuna canzone, è un peccato perché comunque la timbrica acida e desertica della chitarra di Josh è sempre un piacere riascoltarla. Dai primi due album avremo solo The Lost Art of Keeping a Secret che sostituisce nella scaletta il brano previsto Sick Sick Sick. La parte leone nella setlist l’hanno fatta ovviamente l’album nuovo In Times New Roman e il loro album di maggiore successo acclamato da tutti che è Songs for the Deaf. Il concerto si è snodato tra suggestioni diverse e ha dimostrato influenze molto varie che possono passare dai pezzi più soul e accattivanti con i cori cantati anche da tutto il pubblico come Make It Wit Chu fino a pezzi invece più ruvidi hard rock come Paper Machete o Emotion Sickness e c’è anche la parte più psichedelica, quella più rilassata, che troviamo in pezzi come My God is the Sun o I Set by the Ocean, che sono invece più morbidi e rilassati. La band suona come un orologio, precisissima, tutti i musicisti sono di alta classe, di grande esperienza, sembrano veramente un’unità molto compatta e Josh Homme si profonde in ringraziamenti verso il pubblico; si vede che ha un buon legame con l’Italia e fa di tutto per dare al pubblico milanese un grande spettacolo visto che sono accorsi anche in quindicimila per vederlo. E in effetti il set, pur breve, è risultato assolutamente vario e compatto e incisivo. Chiaramente le perle più osannate da tutto il pubblico, a parte l’iniziale Little Sister, sono quelle che riguardano Songs for the Deaf, infatti numeri che hanno un groove infinito come Go with the Flow e la saltellante No One Knows, eseguita quasi nel finale del concerto, sono state le più gettonate, le più acclamate dove il pubblico si è… divertito a canticchiare i ritornelli mentre la band suonava. Chiusura affidata a un altro pezzo assolutamente notevole dell’album che è Song from the Dead che riprende il titolo e che chiude un’esibizione impeccabile che ha riconfermato i nostri come una band degna di posizioni in un mercato più ampio rispetto agli inizi stoner che comunque noi fan di vecchie data non vogliamo trascurare o tralasciare
Royal Blood setlist
Out of the Black
Come on Over
Boilermaker
Mountains at Midnight
Lights Out
Pull Me Through
Trouble’s Coming
Limbo
One Trick Pony
Little Monster
How Did We Get So Dark?
Figure It Out
Queens of the Stone Age setlist
Little Sister
Smooth Sailing
My God Is the Sun
The Evil Has Landed
Paper Machete
Emotion Sickness
I Sat by the Ocean
Time & Place
Go With the Flow
The Lost Art of Keeping a Secret
Carnavoyeur
Make It Wit Chu
You Think I Ain’t Worth a Dollar, but I Feel Like a Millionaire
No One Knows
A Song for the Dead