MR. BUNGLE – Circolo Magnolia, Milano, 17.06.24: il nostro live report
Parole di Stefano Cerati
I Mr. Bungle sono una formazione molto diversa da quella che girava alla fine degli anni 90 e anche all’inizio del nuovo millennio. In effetti l’ultimo tour della band americana era stato appunto nel 2000, ben 24 anni fa. Poi la band si era riattivata qualche anno fa registrando il loro primo vecchio demo che si chiamava The Raging Wrath or The Easter Bunny e questo l’ha fatto con una formazione diversa che oltre a comprendere i vecchi Trey Spruance alla chitarra e Trevor Dunn al basso ha arruolato anche straordinari interpreti di quell’epoca degli anni 80 a thrash/speed come Dave Lombardo che non ha bisogno di presentazioni con un grandissimo passato non solo con gli Slayer ma anche nei Grip Inc, nei Testament e nei Suicidal Tendencies e Scott Ian che è ovviamente chitarrista titolare degli Anthrax e anche del progetto S.O.D. È proprio il gruppo che viene ricordato maggiormente dalla proposta dei nostri perché le canzoni sono in genere tutte piuttosto veloci e tirate e sono piene di un sarcasmo cattivo un’ironia nera pungente, a volte anche molto cattiva. Mike Patton si presenta sul palco con la maglia dell’Inter ma tiene subito a precisare che è uno scherzo ironico, infatti subito dopo grida Forza Milan e vaffanculo Inter e si mette una mano sopra i gioielli di famiglia come a voler ribadire il concetto. La setlist questa sera praticamente comprende quasi tutti i pezzi del demo e solo un pezzo del primo album che è My Ass is on Fire; per il resto ci sono anche tantissime cover che spaziano grandemente e dimostrano anche l’attitudine eclettica e giocherellona del gruppo. Infatti, per dire, possiamo citare tra le cover che vengono suonate Malfunction dei Cro-Mags ma addirittura Summer Breeze, una canzone di Sears and Croft faceva parte della colonna sonora del film Grease dove Mike Patton dimostra di poter cantare veramente di tutto, ha ancora un’estensione vocale e una duttilità estrema. Il cantante americano sembra davvero in buona forma, allegro, e visto che siamo in Italia e conosce l’italiano, gli piace scherzare con il pubblico a più riprese proprio in onore della nostra terra. Nel finale si produce anche una cover di Celentano di 24.000 Baci che già faceva ai tempi negli anni 90 mentre la canzone che conclude i bis è una nenia che Patton diceva che gli cantava sua madre per farlo addormentare e che lui odiava. Infatti la rima principale di All By Myself lui l’ha trasformata in go fuck yourself che in italiano però è diventato vaffanculo e una parola che lui ha esortato tutto il pubblico a cantare insieme a lui. È stato un concerto veramente divertente, della vecchia scuola speed thrash anni 80 con incursioni negli anni 90 con quello spirito canzonatorio. Fra le altre cover presenti segnaliamo l’omaggio ai nostri Raw Power con State Oppression e quello agli Slayer con Hell Awaits e Dave Lombardo non solo in quel frangente ha dimostrato di essere ancora uno di migliori batteristi al mondo con una potenza, un’intensità, una precisione che veramente ancora oggi pochi possono raggiungere. Infatti soprattutto nei pezzi più tirati come possono essere Glutton for Punishment, Eracist, che aveva un bellissimo coro che è stato cantato dal pubblico oppure Bungle Grind, ha dimostrato di avere ancora di suonare potente, veloce e con progressioni mozzafiato. In definitiva è stato un gran bel concerto, il pubblico si è divertito e ha riempito tutta la sala esterna del Magnolia, decisamente più di mille persone, davvero un gran bel risultato soprattutto se si considera che in contemporanea dall’altra parte di Milano all’Alcatraz c’erano i Megadeth di Dave Mustaine però i vecchi fan del thrash/hardcore si sono potuti divertire anche qui questa sera