MORBID FEST (I Am Morbid + Belphegor + Hate) – il nostro live report
A trent’anni dall’uscita del secondo album dei Morbid Angel, Blessed Are The Sick, gli I Am Morbid, band creata da David Vincent originariamente insieme al batterista Tim Yeung, hanno deciso di ritornare sulle scene per celebrare questo importante anniversario insieme a ospiti di altissimo livello come i polacchi Hate e gli austriaci Belphegor, band entrambe formatesi intorno al periodo di uscita di Blessed Are The Sick. Per questo particolare tour David Vincent è riuscito a coinvolgere il batterista originale dei Morbid Angel, il mitico Pete “Commando” Sandoval, con l’evidente scopo di rievocare i fasti del periodo fine anni ottanta – inizio novanta, in cui il combo floridiano si è imposto a livello mondiale nel panorama del metal estremo.
Hate:
I polacchi Hate salgono sul palco circa un quarto d’ora prima delle 20.00; il quartetto di Varsavia è una realtà consolidata del blackened death metal europeo, essendosi formati nel lontano 1991, e la lunga esperienza accumulata si vede tutta, sia dal punto di vista della compattezza sonora sia dal punto di vista della presenza scenica. La voce del cantante Adam Buszko è profonda, potente e penetrante, il riffing intenso e maligno è sorretto adeguatamente dal preciso drumming di Nar-Sil e la scaletta, pur breve, abbraccia buona parte della loro produzione dal 2005 a oggi, ricomprendendo brani dal più risalente Erebos al più recente Rugia, ultima fatica uscita nel 2021. Purtroppo, anche a causa dell’orario, non c’è molto pubblico a seguire la loro esibizione, sempre precisa, convinta e furiosa, tanto che i pochi astanti hanno comunque fatto sentire alla band tutto il loro supporto e incitamento.
Belphegor:
Come da copione, l’entrata in scena dei Belphegor è anticipata dall’allestimento della impegnativa scenografia tradizionalmente composta da enormi croci rovesciate di legno, crocefissi a testa in giù in quantità ragguardevoli, teschi di animali, bracieri per incenso e altri ammennicoli vari. La band di Salisburgo si è esibita di recente in Italia, al Black Winter Fest del dicembre 2021, ma a quanto pare Helmuth, Serpenth e Molokh potrebbero suonare una volta a settimana in Italia senza perdere nulla dell’entusiasmo che il pubblico nostrano riserva loro da sempre. Analogamente a quanto accaduto lo scorso dicembre, l’impatto del combo austriaco è devastante; lo sguardo spiritato di Helmut presidia l’intera esibizione, durante la quale brani eccellenti come Sanctus Diaboli Confidimus, Lucifer Incestus e Baphomet vengono suonati a un volume importante ma con un’ottima equalizzazione, che ha consentito di apprezzare la voce profonda e oscura dello stesso Helmut, le linee di basso e le backing vocals di Serpenth e gli assoli dell’ottimo Molokh, il tutto enfatizzato da una batteria veloce, potente e incessante. Non è ovviamente mancata l’interazione con il pubblico da parte di Helmuth e soci, caratteristica tipica dei Belphegor, una delle poche band capaci di coniugare oscurità e simpatia senza perdere in credibilità e attitudine.
I Am Morbid:
L’arrivo sul palco degli I Am Morbid è scandito dal rumore dei tacchi degli stivali alla texana indossati da David Vincent, sbattuti vigorosamente probabilmente per sottolineare il ritorno dal vivo dopo “two years of bullshit”, come ha più volte rimarcato lo stesso David durante il concerto, visto il suo noto scetticismo circa i fatti accaduti negli ultimi due anni. Come ampiamente preannunciato, la scaletta prevede brani provenienti dai primi quattro seminali album dei Morbid Angel, quindi da Altars of Madness a Domination, eccezion fatta per una cover dei Terrorizer (Dead Shall Rise), e si apre con Immortal Rites; da subito la presenza di Pete Sandoval dietro le pelli si rivela essenziale: lo stile unico e inconfondibile del “Commando” conferisce ai brani un calore che, non ce ne vorrà, il pur ottimo, preciso e potente Tim Yeung non è in grado di trasferire. Al contrario, pesa molto, invero, la mancanza di Trey Azagthoth, i due axemen Bill Hudson e Kelly McLauchlin sono sicuramente validi ed eseguono alla lettera gli assoli killer che hanno reso grandi i Morbid Angel, ma il tocco magico del chitarrista di Bellingham non si può imitare. Il risultato è comunque molto soddisfacente, i brani, essenzialmente tutti dei classici, non hanno bisogno di particolari presentazioni; quando si viene letteralmente investiti dall’energia di canzoni come Maze of Torment, Domination, Where the Slime Live e God of Emptiness, l’unica cosa da fare è abbandonare ogni freno, fare headbanging e, per i più temerari, gettarsi nel pogo. La serata si conclude con l’inno World of Shit (The Promised Land) e una lunga ovazione per questi mostri sacri del death metal, ancora perfettamente in grado di colpire duro nel cuore dei loro fan.
Setlist I Am Morbid:
Immortal Rites
Fall From Grace
Visions From the Dark Side
Day of Suffering
Blessed Are the Sick
Rapture
Pain Divine
Sworn to the Black
Eyes to See, Ears to Hear
Dead Shall Rise (Terrorizer cover)
Maze of Torment
Desolate Ways
Dominate
Where the Slime Live
God of Emptiness
World of Shit (The Promised Land)