METALLICA + FIVE FINGER DEATH PUNCH + ICE NINE KILLS – Ippodromo La Maura (MI), 29 maggio 2024: il nostro live report

METALLICA + FIVE FINGER DEATH PUNCH + ICE NINE KILLS – Ippodromo La Maura (MI), 29 maggio 2024: il nostro live report

METALLICA – Milano – Ippodromo La Maura – 29.05.24

Parole di Stefano Cerati
Foto di Davide Sciaky

I Metallica tornano a Milano dopo cinque anni e lo fanno sempre all’Ippodromo, però questa volta non si tratta dell’Ippodromo del Galoppo ma dell’Ippodromo La Maura, anche questo sempre nelle vicinanze di San Siro. Questo ippodromo tuttavia ha una capienza ben superiore che arriva fino alle 90.000 persone rispetto a quello del Galoppo che invece ne può contenere circa 40.000. All’epoca, il concerto del 2019, 40.000 persone erano stato il limite massimo di spettatori raggiunti dai Metallica in Italia e invece questa volta le stime paiono dire che ci fossero ieri ben 70.000 persone a questa nuova calata dei Four Horsemen.

Ciò ci porta a pensare che, siccome il numero dei metallari non è aumentato negli ultimi cinque anni, gran parte di questo nuovo pubblico sia dovuto ad un aumento dei fan casuali, quelli che a me piace chiamare “il pubblico dei tre concerti”, quelli che non seguono tanto un artista in sé per sé, ma seguono piuttosto gli eventi. E gli eventi di quest’estate potevano essere i Metallica, gli AC/DC, Bruce Springsteen o i Green Day, anche se poi Bruce Springsteen sappiamo che non suonerà quest’estate. Ad ogni modo, tornando ai Metallica, in effetti girando un po’ per l’arena si vedono tante facce che con il metal non hanno molto a che fare, perché ormai i Metallica sono diventati ecumenici, una band non solo per i metallari ma una band buona per tutti. Riescono a soddisfare sia i palati di coloro che amano le canzoni più heavy, più potenti, più terremotanti, ma anche chi ama le ballate che magari ha iniziato ad ascoltare Metallica con il Black Album e si è appassionato all’emozionalità che riesce a sprigionare sul palco James Hetfield cantando pezzi come Nothing Else Matters o The Unforgiven anche se delle due solo la prima è stata eseguita questa sera. Tuttavia a voler riconfermare il fatto che i Metallica sono e per sempre saranno un patrimonio dell’heavy metal iniziano l’esibizione con due pezzi che ricordano i vecchi tempi come Creeping Death e For Whom the Bell Tolls che con i loro devastanti intrecci elettrici ci ricordano perché i Metallica era una band thrash, una band che ha inventato un nuovo movimento musicale che ha portato l’heavy metal a nuove vette di velocità e di pesantezza e For Whom the Bell Tolls in particolare è un pezzo molto teatrale, molto cupo che fa sempre il suo effetto.

Ovviamente l’impianto scenico è assolutamente di prim’ordine con dei grandi schermi laterali che proiettano prima un gradevolissimo artwork del tour e poi le immagini dei vari musicisti impegnati a suonare con un impianto luci che seguirà quasi sempre il tema dei colori di ogni album, dal rosso di Kill’em All, al blu di Ride The Lightning, fino all’onnipresente giallo che è il colore che ha caratterizzato l’ultimo album pubblicato l’anno scorso, 72 Seasons. E proprio questo ultimo album di cui comunque Metallica vogliono fare promozione è stato saccheggiato in lungo e in largo. I nostri hanno suonato ben quattro canzoni da questo disco, tutti i vari singoli, da quelli più lunghi e ritmati come Too Far Gone a quelli più potenti come Shadows Follow o la title track. Ma di tutti quello che ha avuto più successo, almeno per noi vecchi metallari, è stato ovviamente Lux Aeterna, un pezzo speed metal arrembante che ricorda decisamente i Motorhead dei primi anni 80, la New Wave of British Heavy Metal e quindi quei tempi in cui il metal era ancora grezzo, veloce e incompromesso ed è stato un piacere cantare il ritornello full speed or nothing insieme a James Hetfield. Il concerto è stato fatto da molte sensazioni diversi, dalle sfumature drammatiche ed epiche di Welcome Home (Sanitarium) a quelle teatrali come nella lunga One che ha un intro prolungata molto emozionale, ai pezzi invece tellurici come Seek and Destroy o Master of Puppets dove ovviamente il pubblico si può sgolare, cantare i vari ritornelli che ormai sono diventati celebti. Anche il Black Album ovviamente viene celebrato parecchio con i pezzi più “piacioni” e immediati  come Sad Bad True ed Enter Sandman anche se ci saremmo aspettati un volume più alto e una spinta maggiore. Ma ovviamente questi sono concerti che si svolgono in aree urbane all’aperto e sappiamo benissimo che un volume più alto di quello attuale non viene consentito.

Più che altro è curioso notare come i nostri abbiano suonato, sempre dal Black Album,  un deep cut come Holier than Thou, uno dei pochi momenti che aveva mantenuto le radici thrash degli anni 80. Guardando bene la scaletta si può notare come alla fine i nostri abbiano cancellato come quasi per magia ben più di trent’anni della loro carriera, infatti hanno eseguito solo brani dai loro primi cinque dischi, quindi fino al Black Album pubblicato nel 1991, e poi hanno saltato a piè pari tutta la produzione successiva quindi i vari Load, Reload, St. Anger, Death Magnetic e Hardwired. Nel loro immaginario i Metallica si sono teletrasportati fino ai giorni nostri suonando i pezzi di 72 Seasons che offrono una linea di continuità probabilmente con l’antico passato. L’esibizione è stata decisamente apprezzabile così come la scaletta anche se a nostro avviso c’è stato un po’ troppo spazio per l’album nuovo e per pezzi troppo commerciali, però anche i vecchi metallari hanno avuto la loro parte con pezzi vecchi come l’emozionale strumentale Orion, dove anche Robert Trujillo ha avuto il suo momento solista, ricalcando quello che era stato in passato di Cliff Burton. Infine, per dovere di cronaca, c’è da sottolineare anche un curioso siparietto che appartiene ormai più al cabaret che non al concerto vero e proprio dove Robert Trujillo e Kirk Hammet si esibiti sul palco in una breve cover di Acido Acida, dei Prozac +, band alternative punk degli anni 90 con i due che hanno incitato il pubblico a cantare il ritornello che però è rimasto piuttosto impassibile e disorientato. Evidentemente molti dei fan sono troppo giovani per ricordarsi questo cavallo di battaglia che andava in quegli anni. Sinceramente da un punto di vista del metal e anche della esibizione in sé i nostri potevano anche risparmiarsi questo teatrino ma, come si suol dire, tutto fa spettacolo e ormai anche i Metallica sono proiettati in questa dimensione gigantesca nazional-popolare in cui conta soddisfare non solo i metallari ma compiacere tutti e soprattutto quelli che sono venuti magari a vederli per la prima volta e che ritorneranno ancora in futuro. Una cosa è certa, infatti, i nostri non hanno assolutamente intenzione di mollare e si sono presentati anzi ancora oggi in ottima forma nonostante i loro 60 anni e una volta tanto bisogna spezzare una lancia in favore di Lars Ulrich che abbiamo visto decisamente dimagrito e molto attento e preciso nelle sue parti. Non è stato il consueto anello debole della catena, ma anzi un elemento dell’ingranaggio che ha contribuito alla resa generale del concerto. Certo, questa musica andrebbe ascoltata a volumi ben più alti, con un impatto maggiore, ma… tutto sommato possiamo ritenerci soddisfatti dell’esibizione di questa sera con una scaletta senza momenti deboli e fatta solo di classici del periodo 1983 – 1991 più il nuovo album.

Setlist
It’s A Long Way To The Top (If You Wanna Rock ‘N’ Roll) (AC/DC), intro 1
The Ecstasy Of Gold (Ennio Morricone), intro 2
Creeping Death
For Whom The Bell Tolls
Holier Than Thou
Enter Sandman
72 Seasons
Too Far Gone?
Welcome Home (Sanitarium)
Shadows Follow
Orion
Nothing Else Matters
Sad But True
Lux Aeterna
Seek & Destroy
One
Master Of Puppets

Emanuele Biani

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