LUPPOLO IN ROCK – il nostro live report della seconda giornata, 20 luglio 2024

LUPPOLO IN ROCK – il nostro live report della seconda giornata, 20 luglio 2024

LUPPOLO IN ROCK

Parco Colonie Padane, Cremona – Sabato 20 luglio 2024

Parole di ANDREA RAFFALDINI
Foto di DAVIDE SCIAKY

Ormai parlare di Luppolo In rock significa riferirsi a quello che può tranquillamente essere definito come uno dei migliori festival metal in Italia. Attenzione, non abbiamo detto tra i più grandi, ma tra i migliori assolutamente sì. Sicuramente altre realtà con alle spalle una potenza di fuoco maggiore possono permettersi nomi più eclatanti in grado di attirare masse oceaniche, ma anche il festival più prestigioso in termini di bill difficilmente potrebbe competere con l’organizzazione del Luppolo In Rock. Al Parco delle ex Colonie Padane di Cremona innanzitutto (per chi non ci fosse mai stato) l’organizzazione fornisce un bel braccialetto che consente di entrare ed uscire a piacimento dalla venue in cui suonano gli artisti. L’area esterna inoltre è accessibile a tutti, anche a chi non avesse comprato il biglietto. Lì troverete stand di vestiario, chincaglierie varie, di dischi in vendita, di libri in vendita e svariati stand in cui poter mangiare pasta, pizza, buonissima carne alla griglia e bere birra artigianale a prezzi onesti. Ormai è un miracolo trovare bottigliette d’acqua al costo di un euro nei grossi festival, ma al Luppolo In rock accade anche questo! Le due giornate a cui abbiamo preso parte sono state caratterizzate da una calura impressionante, soprattutto il sabato, ma nemmeno le temperature da deserto del Sahara hanno scoraggiato le migliaia di persone presenti, sempre pronte a supportare gli artisti giunti da tutto il mondo.

Agli Skeletoon tocca il compito di aprire le danze ed il loro power metal allegro e melodico fa subito centro. Durante la breve, ma intensa esibizione della band, salgono sul palco anche ospiti speciali come Alessandro Conti dei Trick Or Treat per cantare insieme The Truffle Shuffle Army. Anche l’ex chitarrista Andrea Kappellari fa una comparsata, un ‘Carramba che sorpresa’ che rende ancora più ghiotto lo show della band. Non contenti di un sole che picchia sulle nostre teste come un fabbro iracondo, ci pensano i bolognesi Rain a scaldare ulteriormente la situazione. La band capitanata da Amos infatti porta con sé sul palco ben quattro ballerine di pole dance, note come Dirty Dianas, che tra abiti succinti e performance non proprio da oratorio, mandano in delirio gran parte dei presenti durante l’esecuzione dei brani. I Rain dal canto loro, a parte l’iniziale problema al microfono del cantante, picchiano con il loro heavy metal pieno di groove che punta tutto su potenza e impatto. Bang Bus, Hellfire, Revolver e la conclusiva Only for The Rain Crew sono brani ben conosciuti e cantati dai presenti. Altra band promossa sotto ogni aspetto.

Dieci o quindici anni fa i Brainstorm sembravano destinati a sfondare, chi scrive ricorda di aver partecipato a loro concerti da soli o nei grandi festival e di essere rimasto veramente impressionato dalla potenza che Andy B. Franck e soci riuscivano a sfoderare sui palchi. La glorificazione definitiva non è mai avvenuta e anche sul palco del Luppolo la band tedesca, per quanto abbia suonato bene, non è riuscita a toccare i climax emozionali del passato. I suoni non perfetti e una batteria eccessivamente plasticosa hanno probabilmente interferito in termini di resa. When Ravens Fly, tratta dall’ultimo disco Wall Of Skulls, apre le danze e diamo atto al gruppo di cercare di offrire la performance più potente e convincente possibile. Il pubblico apprezza di sicuro e viene coinvolto durante l’esecuzione di Shiva’s Tears, con canti e urla di apprezzamento. I ricordi del passato forse continuano a ronzarci in testa, ma la sensazione è che manchi quel quid magico per rendere il concerto indimenticabile, pur constatando la buona forma del gruppo. La conclusione arriva con l’immancabile Ravenous Mind, la band si congeda tra applausi scroscianti.

Giusto il tempo per dissetare la nostra gola secca a suon di birra ed eccoci di nuovo sotto al palco divertiti grazia all’enorme papera di gomma che funge da scenografia per i pirati scozzesi del metal Alestorm. C’è poco da fare, lo humor del gruppo, le melodie danzerecce e quei ritornelli da locanda decadente di Monkey Island sono il punto di forza degli Alestorm, che conquistano subito le migliaia di persone presenti. Sotto al palco troviamo qualche attempato detrattore che li definisce una vergogna per il metal, eppure ogni tanto un po’ di allegria, se ben fatta e ben suonata, non può fare altro che bene. Back Through Time, Mexico, Zombies Ate My Pirate Ship e tutte le altre canzoni danno vita ad uno spettacolo veramente adrenalinico, la gente salta, balla e canta incurante delle alte temperature. Il tutto è dannatamente divertente tanto che la band concede tre pezzi nel bis, Drink, Rum e la delirante Fucked With An Anchor. Grazie quindi ai pirati scozzesi per la gioia e la carica che ci hanno infuso, perfetta per accogliere gli headliner capitanati da sua maestà Kai Hansen.

La reunion degli Helloween a fatto sì che i Gamma Ray venissero messi sotto naftalina per diversi anni ed è un piacere ritrovare dopo così tanto tempo la creatura di Kai Hansen di nuovo in attività. L’immortale Land Of The Free sigla l’inizio dello spettacolo a tutta velocità. Massicce dosi di power metal teutonico che più tradizionale non si può ci fanno ritornare con i ricordi agli anni d’oro di questo genere. La band si mostra subito in forma, anche il nuovo chitarrista temporaneo Kasperi Heikkinen dei Beast In Black (che sostituisce l’infortunato Henjo Richter) sembra perfettamente a suo agio. Seguono a ruota Last Before The Storm, Avalon e Master Of Confunsion, durante l’esecuzione purtroppo Kai Hansen a causa dei suoi problemi alla voce, lascia molto spazio a Franck Beck, cantante discreto, ma assolutamente privo del carisma del suo comandante. Durante tutto lo show, benché il buon Frank appaia sempre sorridente e positivo, ci da l’idea di essere quasi una macchietta, un mezzo sostituto di Hansen ed una sorta di corista per le canzoni cantante da Ralf Scheepers. Ebbene sì, abbiamo citato il primo cantante del raggio gamma ed attuale voce dei Primal Fear in quanto la data del Luppolo In rock è un evento speciale in cui la scaletta prevede diversi brani old school interpretati proprio dal loro singer originale. Parliamo della veloce Lust For Live, tratta dall’esordio dei Gamma Ray, di One With The World o The Silence.

Ralf si conferma un cavallo di razza, la sua presenza imponente e la sua voce potente e squillante resistono molto bene allo scorrere del tempo. Dopo il primo momento di reunion, l’ospite ritorna dietro le quinte per permettere alla band di suonare altri classici, Dethrone Tyranny e Rebellion In Dreamland le più apprezzate. I brani finali richiamano il buon Ralf sul palco per un concentrato di pura storia del power, Heading For Tomorrow e Heaven Can Wait, intermezzate dalla sempreverde Send Me A Sign. Indubbiamente questo evento speciale ha portato a casa una vittoria a carte basse, sia per la presenza di Scheepers sia per l’ottima performance di tutto il gruppo.

Valentina Salvo

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