JOHN CARPENTER – La recensione del concerto di Torino
JOHN CARPENTER
26/08/2016, Ex Fabbrica Incet, Torino
di Nikola Grukevich
L’annuncio del primo tour di John Carpenter è stato accolto dagli amanti del cinema come un’occasione forse irripetibile di veder suonare quello che viene giustamente considerato come uno dei maestri del cinema horror (e non solo). Possiamo dire sin da subito che l’attesa è stata ripagata con un concerto memorabile. All’interno dell’ex Fabbrica Incet il Maestro è stato accolto come una vera rockstar e il numerosissimo pubblico è andato letteralmente in delirio (abbiamo sentito distintamente qualcuno urlare “non siamo degni”) quando, per cominciare, Carpenter e la sua band hanno suonato il tema di Fuga Da New York seguito da quello di Distretto 13.
Ogni tema era accompagnato dalle sequenze più significative del rispettivo film in una commistione di suoni e immagini dal notevole impatto. Riscaldato il pubblico a dovere Carpenter si è cimentato nell’esecuzione di due pezzi tratti dai suoi due notevolissimi dischi di inediti (Lost Themes e Lost Themes II) per poi tornare alle colonne sonore con The Fog prima e – dopo avere inforcato un paio di occhiali da sole atti a svelare i messaggi subliminali che ci circondano – Essi Vivono.
Il concerto è andato avanti con un tributo al nostro Ennio Morricone con la cover de La Cosa per poi tornare ai pezzi inediti con una Distant Dream dall’incedere quasi metal. A seguire il tema tamarro e ruffiano di Grosso Guaio A Chinatown (particolarmente apprezzato da un pubblico che con le avventure di Jack Burton ci è cresciuto) e poi, continuando nell’alternanza che ha caratterizzato tutta l’esibizione, altri “temi perduti”.
Per concludere il Maestro è tornato alle atmosfere orrorifiche che lo hanno reso celebre (Halloween e Il Seme Della Follia), seguiti da un richiestissimo bis che lo ha visto tornare sul palco assieme ai suoi per accomiatarsi con altri quattro pezzi tra cui Christine La Macchina Infernale. Possiamo dire che il concerto ha lasciato davvero soddisfatti i presenti e probabilmente lo stesso Carpenter che ha potuto finalmente toccare con mano l’affetto dei suoi fan italiani.