FIRENZE ROCKS – Avenged Sevenfold; Firenze, Visarno Arena, 13.06.24: il nostro live report

FIRENZE ROCKS – Avenged Sevenfold; Firenze, Visarno Arena, 13.06.24: il nostro live report

LIVE LIFE

FIRENZE ROCKS – Avenged Sevenfold; Firenze, Visarno Arena, 13.06.24

Parole di Filippo Contaldo
Foto di Fabio Miglio (articolo) e Matteo Preziosi (copertina)

La band californiana torna a esibirsi in Italia dopo sei anni dall’ultima apparizione, sempre a Firenze Rocks; una lunga attesa, dovuta sicuramente al periodo di “buco” tra il 2020 e il 2022 e anche al fatto che il quintetto statunitense ha impiegato ben sette anni per pubblicare l’album “Life Is But A Dream”, dopo l’uscita di “The Stage” nel 2016. Ciononostante, per assistere all’esibizione di M. Shadows, Synyster Gates e soci non è accorso un pubblico particolarmente numeroso, complice, forse, la data infrasettimanale: circa ottomila sono gli spettatori, un numero ragguardevole per un palazzetto (dove, normalmente, gli Avenged Sevenfold sono soliti registrare il sold-out) ma non certo per la Visarno Arena di Firenze, capace di ospitare fino a cinquantamila persone. Questo non ha, in ogni caso, inficiato l’intensità e la qualità della prestazione dei ragazzi di Huntington Beach, anche se, come si vedrà, sotto alcuni aspetti ci si poteva aspettare qualcosa di più, soprattutto dopo una così lunga assenza da un paese come l’Italia, dove la fanbase è molto consistente. Veniamo ora al concerto; una scenografia essenziale accoglie sul palco i cinque musicisti, l’unico vero elemento che la compone è il maxischermo che insiste alle loro spalle e che proietta video e reel associati alle canzoni; qualche problema tecnico interromperà saltuariamente le proiezioni mentre, fortunatamente, la parte musicale rimarrà sempre funzionante. Sul punto, davvero toccanti sono state le immagini dello skyline romano (anzi, più precisamente, vaticano) mostrate durante il brano “Roman Sky”, preceduta da una lunga introduzione di M. Shadows con cui il cantante ha ricordato al pubblico il suo particolare attaccamento per l’Italia, avendo una moglie italiana, e che il brano è ispirato al filosofo da lui maggiormente apprezzato, Giordano Bruno.

Lo stesso Shadows è stato protagonista di una prestazione di buon livello vocale; i grandi problemi avuti in passato sembrano finalmente superati, anche se nelle parti più alte e potenti si percepisce ancora chiaramente la volontà di non spingere, tagliando in alcuni casi di un’ottava la tonalità. in queste parti hanno comunque sopperito i compagni di squadra, con apprezzabili armonie in backing vocals. Impeccabile è stato, come sempre, Synyster Gates, grazie al suo tocco inconfondibile e al suo gusto raffinato; solidi e precisi anche i contributi di Vengeance, Christ e Wackermann rispettivamente a chitarra ritmica, basso e batteria. La scaletta ha pescato sapientemente dalla quasi totalità degli album degli Avenged Sevenfold; l’apertura è stata comprensibilmente dedicata alle prime due tracce del nuovo album (“Game Over”) e (“Mattel”), ma poi non sono mancati i grandi classici come “Nightmare”, “Bat Country”, “Hail To The King” e “Afterlife”, accompagnati da un pubblico che, almeno sotto il profilo della partecipazione e della risposta sonora, sembrava ben più numeroso. Come si diceva sopra, non è mancato un certo disappunto sul finale; la breve durata del concerto (solo un’ora e mezza per dodici brani) unita alla  mancanza in scaletta di un brano come “So Far Away”, tanto amato dal pubblico italiano quanto importante per la storia degli Avenged Sevenfold, ha lasciato praticamente tutti con l’amaro in bocca, alla pari dei fugaci saluti con cui si è chiuso il concerto, dopo la psichedelica “Cosmic”, senza encore e con un laconico “Thank you, we will be back”. Unica, pur magra, consolazione, è data dal fatto che siffatta scaletta è praticamente lo standard di questo tour per la band americana, che si svolge essenzialmente in festival open air; si auspica, quindi, che il promesso ritorno avvenga al più presto e, naturalmente, con un’esibizione in linea con le abitudini della band, normalmente superiore alle due ore.

Setlist:
Game Over
Mattel
Afterlife
Hail to the King
Buried Alive
Roman Sky
Bat Country
Nobody
Nightmare
A Little Piece of Heaven
Save Me
Cosmic

Filippo Contaldo

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