EXTREME + H.E.A.T. + ECLIPSE – Ferrara, Piazza Ariostea, giovedì 4 luglio 2024: il nostro live report!
Extreme + H.E.A.T. + Eclipse
Piazza Ariostea, Ferrara, 4 luglio 2024
Parole di Antonino Blesi
Foto di Jonathan Giommoni
Come ogni anno, il Ferrara Summer Festival ha la sua “giornata hard rock”; dopo gli Europe dello scorso anno, questa volta tocca a un trio di tutto rispetto, con il ritorno dei celebrati Extreme, dopo il tutto esaurito della data all’Alcatraz di Milano a metà dicembre del 2023, e l’aggiunta di due band svedesi che portano con forza e in alto, il vessillo della melodia nordica, anche se con un approccio leggermente diverso tra loro. La location scelta è una piazza situata nei pressi del centro cittadino, ma ricca di alberi, zone d’ombra e posti a sedere naturali. L’affluenza non è travolgente ma più che dignitosa, anche il suono sembra essere più che accettabile, come la puntualità delle band sul palco, piuttosto maestoso. Ci si prepara dunque a circa quattro ore di delizie a base di rock robusto ma immediato.
19.15/20.00: ECLIPSE
Soffrono il caldo ma sfoggiano comunque una carica esplosiva e che contagiano subito il pubblico presente qui anche per loro. Infatti, Erik Mårtensson non fatica per nulla a coinvolgere i fan e farli cantare dalla prima nota all’ultima, riuscendo a suonare ben undici brani in poco più di quaranta minuti a disposizione. Si parte con Apocalypse Blues, estratto dall’imminente Megalomanium II, che uscirà a settembre e che vedrà canzoni ancora più snelle, brevi e dotate di ritornelli immediati e di grande effetto. Ma la parte del leone in questa occasione lo fanno i grandi classici come Saturday Night (Hallelujah), Runaways, Twilight e l’ovvio e glorioso finale con una Viva La Victoria cantata da tutte le persone presenti sotto il palco. Grande prestazione, per una band che si muove agevolmente tra antico e moderno e si evolve costantemente, seppur con saggezza e intelligenza. Dallo studio al concerto però, nulla va perduto e anzi, l’elemento “live” arricchisce ancora di più lo spessore di questi pezzi che acquisiscono ruvidezza ed energia.
Apocalypse Blues
Got It!
The Storm
The Hardest Part Is Losing You
Anthem
Battlegrounds
Saturday Night (Hallelujah)
Black Rain
Runaways
Twilight
Viva La Victoria
20.15/21.00: H.E.A.T.
Con gli H.E.A.T, tornati nella loro formazione originale dal 2020, si torna prepotentemente negli anni ottanta, sia per l’elemento musicale che va dall’AOR tastieristico devoto agli Europe più classici, fino a sonorità quasi metal, rese efficaci sia dai funambolici assoli di chitarra dell’ispirato Dave Dalone, che dalla voce stentorea e muscolare di un Kenny Leckremo sorridente e in forma straripante, pronto a emulare l’idolo Bruce Dickinson anche con un abbigliamento che riporta direttamente nel 1984. Colorati, eccessivi e fracassoni, ma anche eleganti e raffinati, per un mix che agevola alcuni brani estratti dall’ultimo album Force Majeure, ma pesca anche nella discografia meno recente. L’impatto è deflagrante, ma arriva anche la delusione di un set che dura un po’ meno del previsto e con solo sette brani suonati. I fan si aspettavano qualcosa in più, ma non sappiamo se ci siano state indicazioni dall’organizzazione, oppure fosse tutto previsto. Peccato, ma quello che abbiamo visto e sentito valeva certamente la pena.
- Demon Eyes
- Rock Your Body
- Hollywood
- Downtown
- One by One
- Beg Beg Beg
- Back to the Rhythm
21.30/23.30: EXTREME
Tocca al gruppo più atteso, e il pubblico si scalda ammirando lo sfondo della copertina dell’ultimo album Six, che troneggia sul palco. Ci sono molti ragazzi giovani che non hanno ancora visto il quartetto americano all’opera dal vivo, e probabilmente rimarranno sorpresi da quanto vedranno e ascolteranno. Gli Extreme non sono una band comune e hanno un approccio al rock totalmente personale, tra armonie vocali a tre voci, influenze sonore che citano gli amati Queen ma anche oltrepassano il confine del rock per arrivare nel funk e nel soul, insieme ad altri elementi country, presenti soprattutto negli ultimi album. Il vero mattatore non è Gary Cherone alla voce solista, che comunque si muove atletico e vorticoso, impegnandosi al suo meglio per tenere tonalità davvero impegnative, raggiunte spesso con qualche fatica, ma il centro della scena è tutto per Nuno Bettencourt e la sua chitarra magica, che cita Van Halen, la musica classica e acustica, presentando i brani e scusandosi per essere in pessime condizioni vocali. Tutto passa da lui e dalla sua tecnica sopraffina e strabordante, che sicuramente avrà deliziato gli amanti delle sei corde, in una prestazione di livello altissimo. Ne fa un po’ le spese il ritmo di un concerto che subisce costanti alti e bassi, tra qualche imprecisione vocale negli impasti a tre voci, e la scelta di dedicare molto spazio all’ultimo album, con ben sei estratti che non sfigurano certamente. L’atmosfera ovviamente si scalda grazie ai classici estratti da Extreme II: Pornograffitti, come Decadence Dance, Get The Funk Out e l’immancabile momento romantico di More Than Words, dedicato a tutti i fan. Chi scrive apprezza di certo la presenza di diversi brani presi dal sottovalutato III Sides to Every Story, ma alla fine si esce soddisfatti da quasi due ore di spettacolo altalenante ma che rimane unico nel suo genere.
- It (‘s a Monster)
- Decadence Dance
- #Rebel
- Rest in Peace
- Kid Ego
- Play With Me
- Other Side Of The Rainbow
- Hole Hearted
- Cupid’s Dead
- Am I Ever Gonna Change
- Thicker Than Blood
- Midnight Express
- More Than Words
- Banshee
- Flight of the Wounded Bumblebee
- Get the Funk Out
- Small Town Beautiful / Song for Love
- Rise