BLIND GUARDIAN + SCARDUST – il concerto di mercoledì 3 ottobre all’Alcatraz di Milano nel nostro live report!
BLIND GUARDIAN + SCARDUST
Alcatraz 3 ottobre 2023 – Milano
Parole di Romano Depolo
Foto di Paolo Manzi
Sette anni! È questo il lungo periodo trascorso dall’ultima data dei Blind Guardian a Milano. In questo periodo tante cose sono cambiate: c’è stata una pandemia, i bardi di Krefeld hanno pubblicato il pluri-rimandato album sinfonico e un album regolare in studio, ma quello che è sempre saldo e immutabile è l’incondizionato amore dei fan milanesi (e italiani) per il gruppo tedesco. Lo dimostra anche l’Alcatraz, in configurazione A, con la sala completamente aperta. Il locale non è totalmente sold out, ma vista la giornata infrasettimanale chi a fine giornata contava i biglietti staccati si sarà fatto qualche bel sorriso! L’analisi demografica dei presenti è estremamente interessante, perché pur emergendo chiaramente l’incidenza degli “over” (fate voi se trenta, quaranta o più), non mancano anche parecchi “under” il che vorrebbe dire che i genitori hanno saputo indicare bene ai loro figli la retta via.
A dire il vero si sono sollevate alcune perplessità quando si è saputo che gli opener della serata sarebbero stati gli semisconosciuti israeliani Scardust, musicalmente agli antipodi rispetto ai Blind Guardian. Nonostante qualche sopracciglio sollevato, la band di Ramat Gan ha tenuto il palco con personalità, proponendo la propria versione di progressive sinfonico contaminato da svariate ispirazioni di natura diversa, dal folk al jazz. Da questo pot-pourri è emersa la prestazione della cantante Noa Gruman, dotata di una voce versatile e semplicemente eccezionale, in grado di spostarsi con disinvoltura su timbriche di ogni tipo. Tutti i brani suonati durante il loro set evidenziano la grande tecnica del quartetto, ma al di là della superba voce della cantante, si fa un po’ di fatica a seguire le complesse partiture degli Scardust. La presenza scenica dei musicisti non è di quelle che fa urlare al miracolo e l’impressione è quindi che l’aspetto live sia qualcosa su cui gli israeliani devono ancora lavorare un poco.
La scenografia del palco dei Blind Guardian descrive paesaggi distopici, nella sua rigidità e con un forte impatto, proprio come la musica dell’ultimo album The God Machine. C’è grande impazienza per vedere all’opera il gruppo tedesco per cui le note di Imaginations From the Other Side fanno esplodere l’Alcatraz. Il colpo d’occhio è di quelli da ricordare, con un pubblico stipato, ma discretamente composto, ad eccezione di un indomito fan che riesce addirittura ad assistere a parte del concerto in piedi sulle spalle di un suo compare (per la gran gioia della sicurezza …). La serata è stata parzialmente afflitta da qualche problema sonoro di troppo, ma mentre per la chitarra di André Olbrich le cose sono andate via via migliorando, lo stesso non si può dire per la voce di Hansi Kürsch. Il cantante è apparso subito in difficoltà sulle note più alte, al punto che nel prosieguo della scaletta si è ben guardato dal salire troppo in alto con la voce. Questo problema che avrebbe potuto affossare altre band è finito per passare quasi inosservato da parte del pubblico milanese, proprio per l’enorme stima che prova nei confronti dei Blind Guardian. Una volta assestati i livelli al mixer, il suono è stato discreto e ha permesso di apprezzare le chitarre robuste, le ritmiche serrate e i classici intermezzi melodici sebbene la batteria andasse ridotta di qualche step.
Si sa che il gruppo tedesco non ha mai avuto nella presenza scenica la propria caratteristica principale e ciò è stato confermato anche all’Alcatraz, ma è piaciuto il modo molto diretto in cui lo stesso Kürsch ha colloquiato a lungo con i fan tra un brano e l’altro, dimostrando assoluta fiducia in se stesso. Non esistono regole ferree nella compilazione di una set list, ma è sicuro che quando le band tendono a dare troppo risalto ai brani recenti, ci si lamenta per la mancanza dei classici, mentre quando accade il contrario – come nel caso della set list 2023 dei Blind Guardian – ci si domanda che senso abbia promuovere il nuovo album suonandone solo tre estratti. Alla fine, se si segue il principio in base al quale i fan hanno sempre ragione, la scelta di dedicare tanto spazio ai classici di sempre (Nightfall, Majesty, Valhalla) ha pagato, perché il pubblico ha reagito in modo devastante. Al contrario si è notato un certo immobilismo in occasione delle tre tracce del nuovo album, in special modo durante l’opener Deliver Us From Evil che è stata suonata in versione notevolmente rallentata. Chi ha apprezzato l’ultimo album avrà sicuramente sentito la mancanza di Secrets of the American Gods, ma è ovvio che non si possono organizzare set list di tre ore…
Un concerto dei Blind Guardian non è tale senza un paio di brani acustici e questa regola ferrea ha trovato applicazione anche all’Alcatraz con The Bard’s Song – In the Forest e Skalds and Shadows durante le quali i musicisti, seduti su degli sgabelli, sembravano menestrelli attorno al fuoco, intenti a suonare gli inni di guerra, mentre il pubblico prendeva provvisoriamente il centro dell’attenzione, cantando tutte le strofe sotto lo sguardo attento del maestro di cerimonia Hansi Kürsch. Ma è proprio in prossimità degli inni storici che i musicisti hanno ottenuto i riconoscimenti più convinti, con l’urlo di guerra “Guardian, Guardian” che aleggiava in tutti gli anfratti dell’Alcatraz, trasportato da una passione genuina ed esaltato da profonde emozioni che solo i grandi sono in grado di scatenare. Alla fine il classico senza tempo Mirror Mirror assesta il colpo di grazia al pubblico milanese, rafforzando ancora di più – se mai ce ne fosse bisogno – il legame tra questa città e i Blind Guardian che, ne siamo certissimi, questa volta non ci metteranno più altri sette anni per tornare.
SETLIST:
Imaginations From the Other Side
Blood of the Elves
Nightfall
The Script for My Requiem
Violent Shadows
Skalds and Shadows
Time Stands Still (At the Iron Hill)
Deliver Us From Evil
The Bard’s Song – In the Forest
Majesty
Traveler in Time
Sacred Worlds
Lord of the Rings
Valhalla
Mirror Mirror