BEHEMOTH – il report dell’evento in live streaming “In Absentia Dei”
BEHEMOTH – IN ABSENTIA DEI
Sabato, 5 settembre 2020 – chiesa abbandonata di Pisarzowice, Polonia
Parole di Emanuele Biani – foto di Grzegorz Gołębiowski
Nergal aveva promesso che Dio, lo scorso sabato 5 settembre, si sarebbe preso un giorno di vacanza, ma aveva omesso di specificare che Satana, invece, si sarebbe goduto questo concerto in prima fila.
“In Absentia Dei” è stata in effetti la glorificazione definitiva dello spirito antagonista, blasfemo e fondamentalmente libero dei Behemoth, anche se forse nessuno avrebbe immaginato una cura tanto maniacale per l’aspetto estetico, scenografico, interpretativo e – in ultima analisi – artistico dell’evento in sé. La location di una chiesa abbandonata – attenzione, non sconsacrata! – tra gli splendidi boschi privati di Mr. Roman Wolski (con ogni probabilità una persona tra le più abbienti di tutta la Polonia), viene letteralmente sfregiata dal punto di vista ideologico e religioso, ma del tutto rispettata in termini di impatto strutturale e architettonico. Come se, alla fine dell’esibizione, i musicisti fossero scomparsi senza lasciare alcuna traccia… a parte il dubbio, nella mente e nel cuore dell’ascoltatore, di aver vissuto uno splendido sogno o un terribile incubo.
Fuori dalle iperboli, bisogna riconoscere che la produzione a supporto di “In Absentia Dei” è stata oggettivamente faraonica, senza tuttavia scadere mai nella pacchianeria. In questi tempi sciagurati e scanditi da concerti visibili solo attraverso un computer, è fondamentale offrire allo spettatore un’esperienza appagante a livello visivo, ma anche probante per il suo senso di meraviglia… e di tolleranza. In questo senso l’avveniristico impianto luci, caratterizzato da raggi e bagliori che tagliano il buio in ogni direzione possibile (persino dall’esterno all’interno della chiesa, attraverso i tre finestroni della navata principale), fa il paio con una coreografia pirotecnica mai così presente e in costante evoluzione. E se il truculento intervallo segnato dalla pratica estrema della body suspension spicca come l’unico passaggio concretamente violento e disturbante dello show, è necessario sottolineare l’importanza assai maggiore dell’inserimento, all’inizio e durante lo svolgimento di ogni canzone, di numerosi filmati dall’autentico respiro cinematografico, caratterizzati da un’eccellenza qualitativa e da una blasfemia raffinata che ribadiscono l’incalcolabile cifra artistica della manifestazione.
Detto della confezione, che cosa ci potevamo aspettare dal contenuto? La solita, maestosa performance da parte di una live band tra le migliori nell’intera storia della musica estrema, nientemeno. A questo si aggiunga l’energia repressa negli ultimi mesi trascorsi a mordere il freno, oltre alla consapevolezza di non dovere risparmiare risorse ed energie per le successive date di un tour che, purtroppo, allo stato attuale non può essere organizzato. A dispetto dell’assenza di pubblico, i Behemoth sembrano una belva ferita ed improvvisamente rilasciata dalla gabbia, tanta è la ferocia (e la perizia tecnica) profusa in oltre due ore di concerto, senza concedersi la minima pausa. La scaletta, qui riportata in calce, diventa un sontuoso greatest hits che coinvolge tutta la discografia della band polacca (ad eccezione di Grom), mettendo in mostra un’evoluzione stilistica che negli ultimi venticinque anni non è mai andata a scapito di una monolitica coerenza identitaria.
“Nonostante le sfide che affrontiamo e la pestilenza che dobbiamo sostenere, stasera siamo qui riuniti, in questa chiesa empia, per celebrare la magia del black metal. Siamo insieme, e insieme conquisteremo tutto”, proclama Nergal prima di eseguire Conquer All. E in effetti, per lunghi tratti dell’esibizione, si avverte la sensazione quasi tangibile di non stare comodamente seduti dentro la propria abitazione, ma di ritrovarci un’altra volta sotto il palco a celebrare un rituale di condivisione collettiva. Un vero e proprio scambio di energia che – evento fin qui unico nell’ancor breve storia dei concerti in streaming – genera nello spettatore una partecipazione emotiva quasi paritaria a quella dei musicisti. Sotto questo aspetto – e almeno per una volta – c’è da immaginare che nessuno degli acquirenti del biglietto virtuale avrà avuto nulla da obiettare riguardo al denaro investito e, soprattutto, al tempo speso per uno spettacolo di questo livello. Anzi, tra i commenti pervenuti sui vari canali social dei Behemoth, la richiesta da parte degli utenti di produrre un DVD si sta già facendo decisamente pressante.
A ben vedere, l’essenza più intima di un evento straordinario come questo riflette in pieno il presupposto concettuale della band che l’ha messo in pratica. Non solo un guanto di sfida in faccia all’ipocrisia latente di qualsiasi religione o ideologia organizzata, ma anche e soprattutto un’esortazione a rifiutare la prospettiva di un’esistenza individuale ridotta alla semplice sopravvivenza, mai così giustificabile e seducente come nella triste epoca del distanziamento sociale. “In Absentia Dei” non ha quindi avanzato la pretesa di voler sostituire l’atmosfera inimitabile di un autentico concerto, quanto piuttosto di proporre un’esperienza del tutto diversa e se possibile ancora più inclusiva, operando su livelli di coinvolgimento esclusivamente pertinenti ad un mezzo di diffusione come lo streaming. Insomma, anziché mettersi comodi a contemplare i lusinghieri risultati fin qui ottenuti, i Behemoth hanno alzato ancora una volta l’asticella della difficoltà, cogliendo in pieno lo Zeitgeist attuale e reagendo ad esso con la furia sprezzante che li ha sempre caratterizzati.
Ad oggi, non è dato sapere se Dio sia ancora tornato dalla sua meritata vacanza. Secondo voci non confermate, però, sembra che Satana, lo scorso sabato 5 settembre, si sia divertito un mondo.
SETLIST:
Act I
Evoe
Wolves ov Siberia
Prometherion
From the Pagan Vastlands
Act II
Blow Your Trumpets Gabriel
Antichristian Phenomenon
Conquer All
Lucifer
Act III
Ora Pro Nobis Lucifer
Satan’s Sword (I Have Become)
Ov Fire and the Void
Chwała mordercom Wojciecha (997-1997 dziesięć wieków hańby)
As Above So Below
Slaves Shall Serve
Chant for Eschaton 2000
Act IV
Sculpting the Throne ov Seth
Bartzabel
Decade of Therion
O Father O Satan O Sun!