BAD RELIGION + BOOZE & GLORY + BULL BRIGADE – Padova, Sherwood Festival, mercoledì 3 luglio 2024: il nostro live report!
Bad Religion + Booze & Glory + Bull Brigade
Sherwood Festival, Padova, 3 luglio 2024
Parole di Fabio Meschiari
La presenza in Italia di un gruppo come i Bad Religion è sempre un evento per chi ama il punk californiano come quello suonato da Gren Graffin e compagni da più di quarant’anni. Se ad un evento del genere uniamo il fatto che la cornice è quella dello Sherwood Festival di Padova il piatto si fa ancora più ricco.
Da anni la manifestazione richiama grandi nomi della musica, sia essa pop, metal, punk o rap: una proposta a trecentosessanta gradi vestita a festa grazie al clima di festival che si respira al di fuori dello stadio Euganeo, nelle cui vicinanze si notano le bancarelle di artigianato e cibo, ottimo contorno per chi aspetta l’apertura dei cancelli.
L’onore di fare la prima apparizione sul palco spetta ai torinesi Bull Brigade, nome ben noto anche al di là dei nostri confini e di casa qui allo Sherwood Festival. Bellissimo il clima che il gruppo riesce a creare ed il (purtroppo non tantissimo) pubblico presente partecipa in maniera vigorosa, specialmente agli estratti provenienti dall’ultimo album Il Fuoco Non Si è Spento come l’iniziale Ultima Città.
La canzone dedicata a Julian dei Red Warriors, deceduto il giorno prima, ed i cori provenienti dal pubblico segnano chiaramente la natura profondamente antifascista del gruppo e del festival. Purtroppo le previsioni meteo non sono delle migliori ed infatti comincia a piovere verso la fine dello show e praticamente non smetterà fino a quando non si raggiungerà il parcheggio dopo la performance dei Bad Religion.
Ed ecco arrivato il turno dei Booze & Glory, baldanzosa band che il pubblico italiano adora, come ha mostrato già in altre occasioni. Undici brani sparati con potenza e precisione da un gruppo che sa il fatto suo, coinvolgendo tutti i presenti grazie a cori da stadio che si sublimano in brani quali Leave The Kids Alone, sparata in apertura, London Skinhead Crew e Only Fools Get Caught, posta come saluto finale. Parecchie le maglie recanti il logo del gruppo inglese, capace di conquistare anche i tifosi del West Ham grazie al brano Three Points e dare un contentino anche ai metallari con la conclusione in cui si accenna a Creeping Death dei Metallica. Un concerto coi fiocchi all’insegna del divertimento e, purtroppo, della pioggia che continua a scrosciare imperterrita: se non altro, rispetto alla location di altri concerti all’aperto, lo Sherwood Festival vede la presenza di asfalto…
Arriva il momento dei Bad Religion, anticipati dallo schermo che fa da sfondo al palco e che mostrerà varie copertine degli album del gruppo e logo per tutta la durata del concerto. Greg Graffin uida le danze col suo piglio da professore universitario, decisamente lontano anni luce da qualsiasi rockstar o presunta tale, così come praticamente il resto del gruppo. Si celebra la storia del punk rock californiano attraverso quattro decadi e brani che passano da Recipe For Hate a No Control, Damned To Be Free e Candidate, giusto per nominare qualcuna delle canzoni della prima parte dello show. La prima parte del set è un po’ azzoppata da suoni approssimativi, ma sembra che il pubblico se ne freghi ampiamente (e giustamente), zompettando e pogando su We’re Only Gonna Die, Generator e Los Angeles Is Burning. I Bad Religion rappresentano l’hardcore punk evoluto, maturo, capace di aver saputo cambiare suono attraverso tutti questi anni ma rimanendo sempre fedele ai cori a più voci, alle melodie ed i testi che accompagnano la musica arricchendone addirittura di più la musiclità. 21St Century (Digital Boy), cantata a squarciagola dalla maggior parte dei presenti, segna la fine della scaletta, non prima però di assistere agli encore che vedono Punk Rock Song, You e la celeberrima American Jesus sfilare prima dell’outro affidata a The Boys Are Back In Town (invero un po’ abusata negli ultimi anni..). Da segnalare il passaggio sopra le teste di un ragazzo in carrozzella fatto arrivare praticamente fin sotto il palco fra gli applausi del pubblico ed i ringraziamenti per questo gesto da parte dei Bad Religion.
Cosa si può dire di un gruppo del genere? Solo che continuano imperterriti a fare il proprio lavoro, mettendoci l’anima e divertendosi nonostante le intemperie (della vita ed atmosferiche), sicuri che ogni loro fan non potrà che essere felice di averli visti un’altra volta.