BAD OMENS + POPPY – il live report per il concerto dell’11 febbraio all’Alcatraz di Milano
BOD OMENS + POPPY
Milano, Alcatraz – 11/02/2024
Parole di Maurizio De Paola
Una tendenza che purtroppo si è affermata negli ultimi anni per molti artisti e band americane che si aggregano a tour internazionali è quello di presentarsi sul palco in formazione ridotta e con largo uso di basi per risparmiare sui costi. Nonostante il tour a supporto dei Bad Omens sia sold out in tutte le città europee che ha toccato, Poppy si adegua al trend e arriva sul palco solo con un chitarrista e un batterista, anche se lei talvolta si dà da fare con altri strumenti per riempire i vuoti. Avendo di fronte un pubblico molto metal, ignora quasi completamente gli ultimi due dischi e dà fondo al repertorio di I Disagree, tra l’entusiasmo del pubblico che l’ha conosciuta nella sua veste più metallara. Dall’ultimo Zig sono tratte solo Church Outfit e Hard (dove imbraccia il basso), poi solo brani dal suo disco del 2020. Il pubblico canta tutti i ritornelli e il suono è ben calibrato, ma l’onnipresenza delle basi toglie un po’ di naturalezza all’esibizione. Le improvvisazioni, però, non mancano e Poppy è bravissima nel dare un afflato semi-teatrale a brani come Anything Like Me oppure X, dove gli stacchi beatlesiani le consentono di giocare sardonicamente con la platea. Il finale è per Concrete, brano veramente troppo complesso per poter essere eseguito in tre sul palco, ma parimenti apprezzato dalla sala dell’Alcatraz, strapiena sin dall’apertura dei cancelli.
Sia Poppy sia i Bad Omens iniziano in ritardo i rispettivi show proprio per dare modo a tutte le persone in coda all’esterno del locale milanese i poter affluire in sala. E l’attesa è ricompensata con uno show che è una festa per le orecchie e per gli occhi. I Bad Omens sono una band estremamente “visual”, questo è noto. Alle loro spalle si alternano scenari tridimensionali che danno l’illusione che la band sia “dentro” la scena e i membri del gruppo parti animate della scenografia. Ogni brano è un videclip dal vivo, dove la musica diventa una parte del tutto insieme alle liriche di Noah Sebastian e alle immagini che scandiscono i passaggi sonori. Artificial Suicide apre le danze, con il pubblico che canta all’unisono i testi di molte canzoni a memoria, da Like a Villain dall’anthem moderno di IDWT$ alle sferzate elettroniche di What Do You Want From Me?, mentre su V.A.N. (Violence Against Nature) arriva ovviamente Poppy sul palco per cantare insieme il pezzo pubblicato di recente a nome di entrambi.
Le suggestioni dei Bad Omens vanno dalla fantascienza agli scenari da videogame, in un continuo alternarsi di scene che vanno a combaciare perfettamente con le parti musicali e aumentano la tensione emotiva della platea. Take Me First e Nowhere To Go sembrano avere l’aura degli inni generazionali, alla pari delle note dolenti ma epiche a loro modo di The Death Of Piece Of Mind, accompagnata dai cori del pubblico come un gospel della ricerca della sanità mentale. La musica dei Bad Omens esalta i chiaroscuri, si insinua tre le immagini e le suggestioni, non avendo paura di saltare tra le atmosfere soffici e malate di Concrete Jungle alla brutalità thrash di Dethrone come se fosse la cosa più naturale del mondo. In fondo, è questo quello che fanno le grandi band.