DREAM THEATER – Palazzo dello Sport, Roma, 26 ottobre 2024: il nostro live report!

DREAM THEATER – Palazzo dello Sport, Roma, 26 ottobre 2024: il nostro live report!

DREAM THEATER
26/10/2024
PALAZZO DELLO SPORT, ROMA

Parole di Giuseppe Marasco
Foto di Bianca Saviane

Al Palazzo dello sport di Roma si è celebrato il ritorno sul palco di Mike Portnoy con i Dream Theater davanti a un pubblico accorso numeroso, nonostante il prezzo dei biglietti abbia ormai raggiunto vette da capogiro, per una serata che resterà nei ricordi di tutti.

L’atmosfera è quella delle grandi occasioni, l’emozione che trapela è palpabile e le luci che filtrano dal telone posto davanti al palco non fanno altro che aumentare la tensione per l’attesa che è premiata poco dopo le venti, quando il gruppo più amato di sempre nella scena progressive metal attacca con le note di Metropolis-Part I e manda all’istante il pubblico in visibilio, lanciando il chiaro messaggio che la scaletta sarà piena di classici della band, quasi a ricucire uno strappo temporale lungo quindici anni della separazione dal batterista, che ora siede sul suo amato sgabello.

E Mike Portnoy affronta il tutto con una compostezza e serenità sorprendenti, allo stesso modo fanno i suoi compagni, ne beneficia lo spettacolo che continua in maniera entusiasmante con Overture 1928 e Strange Déjà Vu, una botta emotiva alla quale non è facile resistere, al termine della quale ci aspetteremmo un momento di pausa, ma The Mirror ci riporta subito a un periodo incredibile del gruppo, proprio nel momento in cui questi fantastici musicisti newyorchesi plasmavano una scena e allo stesso tempo esploravano suoni e stili nuovi.

L’aspetto visuale non è mai trascurato e il collage verticale degli schermi posizionati dietro al palco offre uno spettacolo meraviglioso che si protrae lungo tutta la durata del concerto, offrendo temi che si adattano alle canzoni nell’accompagnare la musica in un equilibrio ammirevole.

È incredibile come una band con musica spesso complessa e con canzoni dalla lunga durata riesca ancora dopo quaranta anni di attività a tenere legate in modo trasversale più di una generazione di affezionati che idealmente e non solo si tengono per mano durante la sognante Hollow Years, qui presentata in una versione estesa che ricalca quella del demo del ’96.

Poco prima la nervosa Panic Attack e la più melodica Barstool Warrior, subito dopo una bella dose di metallo con i riff vorticosi di Costant Motion e quelli oscuri di As I Am, brano che chiude la prima parte dello spettacolo che dopo circa venti minuti di pausa riprende con Night Terror, il primo singolo del nuovo album che arriverà a inizio 2025. In una meravigliosa sequenza la rasserenante This Is The Life, la classica Under A Glass Moon, Vacant e Stream Of Consciousness, occasione per un meritato riposo per le corde vocali di James Labrie, che appare in buona forma e che recupera un po’ tutti i colori del suo spettro vocale nella multiforme Octavarium, meraviglioso omaggio al prog degli anni settanta e uno dei momenti topici di questa bellissima serata.

Fino a ora abbiamo la consapevolezza di aver assistito a un concerto splendido, che diventa memorabile nel bis che ci porta in dono il trittico incredibile composto da Home, The Spirit Carries On e l’esplosione finale con Pull Me Under, il brano grazie al quale forse stasera siamo ancora qui a goderci la grande musica dei Dream Theater.

Emanuele Biani

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