MEGADETH + LACUNA COIL + KATATONIA + MESSA – il nostro live report dell’AMA Festival in provincia di Vicenza
MEGADETH + LACUNA COIL + KATATONIA + MESSA
27/08/2023 – AMA FESTIVAL, VILLA CA’CORNARO ROMANO D’EZZELINO (VI)
Parole di Michele Martini
Foto di Davide Sciaky
La stagione dei festival estivi in Italia si è conclusa con un evento che, pur esulando dal classico circuito di concerti tenuti nelle location deputate a questo genere di manifestazioni, ha colpito positivamente sia per l’efficacia dell’organizzazione che per la qualità della proposta. Romano d’Ezzelino è una piccola cittadina nelle vicinanze di Bassano (Vicenza): qui si svolge da qualche anno l’AMA Festival che in questa edizione ha previsto anche un’appendice dedicata alle sonorità più dure, al termine di una manifestazione durata ben sette giorni e votata all’esplorazione di svariati generi musicali.
I primi a salire sul grande palco allestito al centro di un ampio e confortevole parco alberato sono stati i MESSA: si può dire che la band abbia quasi giocato in casa, considerando la poca distanza che separa Vicenza da Padova. Potendo beneficiare di suoni già ottimamente bilanciati e di un discreto tempo a disposizione, il quartetto ha saputo intrattenere i già numerosi presenti con il proprio doom evocativo ed atmosferico, intriso di richiami agli anni Settanta ma capace di colpire allo stesso tempo per personalità ed originalità.
La prova dei KATATONIA avrebbe probabilmente reso di più con il beneficio del buio, considerando le atmosfere cupe e decadente che da sempre pervadono la proposta del gruppo svedese. Con un Jonas Renske non esattamente in forma smagliante (il corpulento vocalist si è in parte ripreso solo nella seconda parte dell’esibizione) la formazione proveniente da Stoccolma si è resa protagonista di una prestazione piuttosto altalenante e non all’altezza delle aspettative della vigilia, complice anche l’assenza di una seconda chitarra: ottima la selezione dei pezzi, selezionati dalla vasta discografia della band, un po’ sottotono viceversa l’interpretazione e l’impatto scenografico.
Ci hanno pensato i LACUNA COIL a risollevare pienamente le sorti della serata: in risposta all’accoglienza calorosissima da parte del pubblico (per inciso, sono stati oltre 6.000 i fan che hanno partecipato all’evento) il quartetto ha sfoderato una prova letteralmente impeccabile, frutto tanto dell’esperienza e dell’affiatamento, quanto della sincerità e della spontaneità che da sempre contraddistinguono l’operato del gruppo milanese. La scaletta proposta prevedeva parecchi classici (Heaven’s A Lie, Swamped e Tigh Rope su tutti), ma anche i pezzi più recenti hanno riscosso un’accoglienza a dir poco entusiastica. Immancabile Enjoy The Silence, e molto coinvolgente la chiusura affidata a Nothing Stands In Our Way; l’intera esibizione è stata comunque decisamente intensa, solida dal punto di vista della tecnica messa in campo ed estremamente coinvolgente quanto a spettacolarità. Dal punto di vista della capacità di intrattenere e coinvolgere gli spettatori, i Lacuna Coil non hanno certo sfigurato di fronte agli headliner, che dopo un’attesa dilatatasi in maniera un po’ eccessiva hanno letteralmente infiammato il palco del festival.
Giunti alla data conclusiva del tour europeo, i MEGADETH hanno sciorinato una raffica di pezzi da novanta che, per quanto di durata piuttosto limitata e senza sostanziali sorprese rispetto alla proposta degli ultimi anni, ha convinto pienamente per qualità e vigore nell’interpretazione. Ad eccezione di un unico estratto dall’album più recente (We’ll Be Back), il gruppo americano ha attinto a piene mani dalla discografia più datata, esaltandosi sulle note di Hangar 18, Tornado Of Souls e Symphony Of Destruction. Sornione e carismatico come sempre, Dave Mustaine non si è risparmiato concedendo anche qualche divertente siparietto (confermando tra l’altro di aver acquistato casa nel nostro paese); superlativi gli intrecci chitarristici tra il rossocrinito leader e Kiko Loureiro, e terremotante secondo copione la sezione ritmica formata da James LoMenzo ed un monumentale Dirk Verbeuren. A Tout le Monde, cantata insieme a Cristina Scabbia, ha rappresentato un altro dei momenti più attesi del concerto, che si è chiuso sulle note di Peace Sells e di un unico bis, Holy Wars… The Punishment Due.
Il bilancio della serata è stato decisamente positivo (nonostante le consuete sterili lamentele legate a file, parcheggi, volumi e via dicendo… la vita del metallaro è fatta anche di sacrifici, no?): auspichiamo pertanto che quella dell’AMA abbia potuto rappresentare una sorta di data zero per quanto riguarda un certo genere di sonorità, in grado di attirare evidentemente un numero decisamente cospicuo di appassionarti.