SAXON/DIAMOND HEAD – Milano, Alcatraz, 10 Settembre 2022: il nostro live report!

SAXON/DIAMOND HEAD – Milano, Alcatraz, 10 Settembre 2022: il nostro live report!

Saxon + Diamond Head
Milano, Alcatraz, 10 settembre 2022
Parole di Filippo Contaldo
Foto di Paolo Manzi

Se la band di Brian Tatler e soci è in tour per celebrare la ristampa del disco d’esordio Lightning to the Nations, pubblicata nel 2020 in occasione del quarantennale dall’uscita, Byford e compagnia stanno promuovendo il nuovo disco Carpe Diem, uscito quest’anno. Non è un Alcatraz pienissimo quello che ospita le due formazioni britanniche, ma il pubblico è comunque sufficientemente nutrito, a dispetto del fatto che i Saxon si sono già esibiti in Italia lo scorso giugno al festival Rock The Castle e che, comunque, si trattava pur sempre di un concerto in un giorno lavorativo. Eccovi le nostre impressioni.

Diamond Head:

Come già anticipato, la band britannica, di cui ormai è rimasto solo il chitarrista Brian Tatler come membro originale, sta celebrando il quarantennale dall’uscita del disco di esordio Lightning to the Nations, album a dir poco fondamentale nella storia della NWOBHM e di cui suoneranno ben cinque brani sugli otto che comporranno la scaletta della loro esibizione; la band attacca quindi con il celebre riff di The Prince, su cui tuttavia il giovane cantante danese Rasmus Andersen si mostra un po’ incerto, spinge poco con la voce (che non gli manca) quasi come se temesse di prendere qualche stecca. La voce gli tornerà all’attacco di Bones, brano di apertura del primo disco che lo vede come cantante ovvero l’eponimo Diamond Head, uscito nel 2016; il tocco inconfondibile di Tatler è l’elemento cardine dell’esibizione, durante la quale si sono potuti apprezzare brani come Helpless, It’s Electric e naturalmente Am I Evil?, con cui la band ha chiuso il concerto. La parte centrale della canzone, con il celebre tapping, è una delle più iconiche del genere e il pubblico non attendeva altro per prodursi in un air guitar di massa. Complessivamente una buona prestazione, di circa quarantacinque minuti, ben salutata dal pubblico che nel frattempo si è rimpolpato nel numero, in attesa di assistere al concerto dei beniamini Saxon.

Saxon:

L’ingresso in scena dei Saxon è salutato da una vera e propria ovazione; la band è notoriamente amatissima dal pubblico italiano e numerosi sono stati i veri e propri cori da stadio tributati al quintetto di Barnsley. L’apertura delle danze avviene con la title track del nuovo album, ovvero Carpe Diem (Seize the Day), brano che rende molto bene dal vivo grazie al suo riff catchy e all’azzeccato assolo centrale; la voce di Byford, per la verità non eccelsa su disco, risulta da subito potente e squillante, creando i presupposti per un concerto carico di energie positive. Certamente di ottimo livello è la qualità del suono, ben equalizzato in modo da far risaltare tutti gli strumenti, compreso il basso di Nibbs Carter le cui linee non sono mai banali. Il concerto prosegue con brani tratti dagli album pubblicati tra la fine degli anni Novanta e i giorni nostri, tra Sacrifice, I’ve Got to Rock (To Stay Alive), The Thin Red Line, intervallate da alcune canzoni tratte proprio dall’ultima fatica Carpe Diem. I primi classici arrivano verso metà concerto e, sebbene i brani più moderni riscuotano un ottimo successo tra il pubblico, con l’attacco di Dallas 1 PM l’atmosfera nell’Alcatraz cambia radicalmente; brani immortali come Heavy Metal Thunder, Broken Heroes, And the Bands Played On, Wheels of Steel sono cantati a squarciagola dagli astanti, mentre nei momenti opportuni si formava un discreto pogo sotto il palco. Non si pensa di esagerare dicendo che Byford e soci hanno più volte mostrato una certa emozione nell’apprezzare l’entusiasmo e il calore mostrati dal pubblico italiano, definito “best audience of the tour so far” sicuramente senza piaggeria; la prestazione della band inglese, d’altro canto, è stata di altissima qualità, spiace solo per il “sacrifici”” di brani irrinunciabili come Power and the Glory, The Eagle Has Landed o Crusader, ma i Saxon hanno talmente tanti classici a repertorio che qualcuna è inevitabilmente destinata a essere lasciata fuori. Non resta quindi che attendere la prossima calata italica per sperare di sentirli.

Setlist Saxon:

Carpe Diem (Seize the Day)
Sacrifice
Age of Steam
I’ve Got to Rock (To Stay Alive)
Dambusters
The Thin Red Line
Living on the Limit
Dallas 1 PM
Heavy Metal Thunder
Broken Heroes (scelta dal pubblico, l’alternativa era The Eagle Has Landed
Black Is the Night
Metalhead
And the Bands Played On
Wheels of Steel
The Pilgrimage
747 (Strangers in the Night)
Strong Arm of the Law medley con Solid Ball of Rock
Denim and Leather
Princess of the Night

Filippo Contaldo

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