POWER TRIP – R.I.P. Riley Gale (1985-2020)
Forse è vero che non ci accorgiamo mai di quanto siano belle le cose che diamo per scontate.
Almeno fino a quando non le perdiamo.
E, credeteci sulla parola, Riley Gale e i suoi Power Trip sono stati la migliore esperienza crossover thrash/groove metal che moltissimi fan di Slayer, Pantera, Sepultura e Nuclear Assault purtroppo si sono fatti passare sotto il naso.
È ovviamente presto per capire se la band texana andrà avanti senza il caratteristico frontman.
Di sicuro ci resta la grande musica e il ricordo di un uomo giovane e pieno di talento, tanto brutale sul palco quanto capace di raccogliere amicizia e buoni sentimenti in mezzo alla gente.
Riportiamo di seguito la recensione del capolavoro “Power Trip”, pubblicata su Rock Hard di febbraio 2017, perché il modo migliore per celebrare un musicista è sempre la sua arte:
POWER TRIP
Nightmare Logic
(Southern Lord/Audioglobe)
In attesa che gli Skeletonwitch riemergano dall’ombra dopo il traumatico cambio di vocalist ed i Kvelertak rinsaviscano dalla perniciosa sbronza retro-rock, i texani Power Trip si abbattono sulla stagnante scena thrash/hardcore con l’impatto devastante di un autentico cataclisma. “Nightmare Logic” segue a distanza di quattro anni l’acclamato debutto “Manifest Decimation”, ma una volta tanto possiamo affermare che la lunga attesa sia stata ripagata da una maturazione quasi inimmaginabile per un genere dai margini evolutivi così ristretti. Forse è per questo motivo che il quintetto di Dallas sembra essersi distaccato progressivamente dalle proprie radici crossover per buttarsi a capofitto in una rivisitazione all’apparenza nostalgica, ma in realtà modernizzata nel migliore dei modi, del sacro verbo a suo tempo proferito da Slayer, Nuclear Assault e Sepultura. Senza cedere ai facili sensazionalismi, la qualità del riffing annichilisce la produzione di Kerry King posteriore a “God Hates Us All”, e poco importa se gli stacchi solisti contorti e lancinanti sono quasi un tributo ai limiti del cosplay, perché l’intensità del disco resta comunque insostenibile e massacrante. Più che una sequela indistinta di plagi e ammiccamenti, infatti, tra i solchi di “Nightmare Logic” è possibile ritrovare soprattutto la furia iconoclasta di “Seasons In The Abyss”, la lucida follia di “Game Over” e la rabbia antisociale di “Chaos A.D.”. Un’atmosfera che la stragrande maggioranza dei gruppi odierni può soltanto imitare senza averla mai respirata, ma che attraverso i Power Trip viene rievocata con l’aiuto di un certo groove alla Pantera/Vio-lence ed un mastodontico lavoro in consolle per il true defender Arthur Rizk (Sumerlands ed Eternal Champion). “Executioner’s Tax”, la titletrack e la conclusiva “Crucifixation” sono i primi passi verso un castigo eterno da cui nessuno vorrà redimersi.