GIÖBIA – il live report del concerto di Milano!
LIVE LIFE
Giöbia – Cox 18 – Milano – 22.02.20
Di Stefano Cerati – foto di Stefano Cerati
Per qualche tempo probabilmente questo sarà l’ultimo concerto che potremmo raccontarvi da Milano, sperando che l’emergenza, al momento fissata fino all’8 marzo, possa rientrare al più presto. I milanesi Giöbia hanno scelto di giocare in casa per presentare il loro nuovo album Plasmatic Idol. La serata del Cox 18 infatti è il loro release party. Per le consuete abitudini del centro sociale non si parte neanche troppo tardi, quindici minuti dopo la mezzanotte, visto che non c’è nessuna band di supporto. La scena è tutta per i quattro rocker dediti alla psichedelia. Lo spazio è angusto e sul fondale troneggiano immagini colorate e caleidoscopiche che ricordano la copertina. Nonostante qualche inevitabile incertezza iniziale del settaggio del suono i nostri cominciano a produrre subito i loro gorghi mesmerizzanti. Le voci sono poco presenti ed è la parte strumentale che la fa da padrona con svisate metalliche di chitarra sostenute egregiamente da flussi cosmici delle tastiere, mentre la batteria dal suono molto naturale dà un apporto mantrico e quasi tribale che rimanda sicuramente al modo libero e spontaneo di intendere la musica degli anni 70. Il concerto si apre (e si chiude anche) con la title track che è un breve strumentale adatto a preparare l’atmosfera. Nella setlist la fa da padrone ovviamente l’album in uscita, venduto stasera per la prima volta, con ben sei tracce. Parhelion è il giusto apripista con folate di synth che si accoppiano con chitarre hard rock, quasi metal, che definiscono perfettamente il suono dei nostri. In The Escape e This World Was Being Watched Closely invece risaltano le influenze più groove, dai Pink Floyd alle colonne sonore di Carpenter con grandi flussi di suoni cinematici. Devil’s Howl vede avanzare al centro del piccolo palco Saffo che all’inizio ha problemi con microfono ma poi tira fuori una grinta inaspettata che tuttavia si accoppia perfettamente al tema della canzone (l’ululato del diavolo). Il concerto si svolge come una vera e propria esperienza, ma è anche molto solido nei riff, e pezzi come Heart of Stone, Far Behind e Sun Spectre, che ricordano apertamente lo spazio, risucchiano l’ascoltatore in una sorta di mantra onirico dove si finisce per perdersi e godersi le sensazioni ipnotiche della musica. Purtroppo il concerto dura solo un’ora, ne avremmo gustato ben di più, ma meglio sessanta minuti di qualità che riescono a mantenere sempre alta l’intensità.
Setlist
Plasmatic Idol (intro)
Parhelion
The Escape
This World Was Being Watched Closely
Devil’s Howl
Lentamente la luce svanirà
Heart of Stone
Far Behind
Sun Spectre
In the Downlight
Plasmatic Idol (outro)